L’invito a splendere di Giuseppe Catozzella

 

di Coralba Capuani

Un paio di mesi fa, circa, facendo zapping su una programmazione televisiva avvilente, mi sono imbattuta in una trasmissione di una nota radio nazionale che veniva trasmessa anche in tv. Mi sono detta: “bene, almeno provo ad ascoltare un po’ di buona musica”. Mentre ascolto la canzone, osservo tre uomini parlottare tra loro pensando, ovvio, che siano del mestiere; anche perché uno era Linus, l’altro Savino, e il terzo, a me sconosciuto, non poteva che essere un musicista!

E invece, con mio sommo stupore – ma anche ignoranza, e poi vi spiego il perché (ndr.) –, quando finalmente la canzone termina e le voci dei tre tizi che parlottavano vengono mandate in onda, capisco che non si tratta di un cantante/dj/rapper/musicista, ma di uno scrittore!

Allora, curiosa di confrontarmi con un “collega”, resto ad ascoltare la trasmissione.

Prima di tutto il tizio dice cose interessanti, cose in cui mi riconosco, e il che mi riconsola perché se il “collega” è giunto alle mie stesse conclusioni tecniche sul modo di affrontare un romanzo, beh, allora devo essere almeno sulla buona strada, fiuuu, che sollievo!

Poi il tizio inizia ad accennare al suo ultimo romanzo, e, a sentire il modo in cui ne parla, giuro, rimango folgorata. No, mi sono detta, io questo romanzo lo devo leggere assolutamente!

È così è stato, infatti.

Ed è per questo che voglio condividere con gli amici di Letterando questa bella lettura.

Il romanzo si intitola E tu splendi, e l’autore, il “tizio” che raccontava alla radio, si chiama Giuseppe Catozzella; vi basti dire che, tra le altre cose,  ha pubblicato con Feltrinelli il romanzo best seller Non dirmi che hai paura, vincitore del Premio Strega Giovani e finalista al Premio Strega. Non proprio un esordiente quindi…

(La biografia ufficiale la potete trovare qui: http://www.giuseppecatozzella.it/biografia/)

E tu splendi narra l’estate di due bambini, Pietro e Nina, che, rimasti orfani della madre, vengono mandati a trascorrere le vacanze estive ad Arigliana, un piccolo paesino dell’entroterra lucano, luogo dal quale tanti anni prima i genitori erano partiti per “cercare fortuna” al Nord. Questa vacanza “speciale” offre all’autore lo spunto per parlare del Sud, dei problemi atavici che da sempre lo affliggono, del suo passato, dell’emigrazione dei suoi abitanti, ma non solo. Il romanzo, infatti, è anche un’occasione per riflettere sul presente, su problemi di stretta attualità come l’emigrazione da paesi extracomunitari; di popoli, cioè, che stanno ancora più a Sud del profondo Sud della Basilicata, regione nella quale si trova il paese di Arigliana.

Luogo arcaico, fossilizzato su un passato che sembra immutabile e, dove, citando un passo del romanzo di Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, “Cristo non è mai arrivato. Né vi è arrivato il tempo, né la speranza, né la ragione, né la storia”. Ebbene, in questo luogo dove a regnare, da secoli, pare essere solo un immutabile immobilismo, proprio in quell’estate avviene un episodio che sconvolgerà le esistenze non solo degli abitanti di Arigliana, ma anche dello stesso Pietro, voce narrante del romanzo. Nella torre normanna che si staglia tra le mura di pietra delle casupole di Arigliana, Pietro trova una famiglia di immigrati che, fuggiti dal loro paese, grazie anche al buon cure di don Eustachio, parroco di Arigliana, hanno trovato rifugio all’interno della torre. Sono sporchi, macilenti, impauriti, quattro ossa che non si reggono neppure in piedi, gente che non metterebbe paura a nessuno. Eppure il paese li teme. Gli ariglianesi hanno paura di loro; che gli rubino il lavoro, che si prendano le mogli/i mariti, che portino la sfortuna nelle loro case, e via dicendo.

Non sarà facile per gli stranieri ambientarsi, farsi accettare in qualche modo, ma proprio quando sembra che un compromesso sia possibile, che un cambiamento positivo possa rimettere in moto non solo le loro esistenze, ma anche quelle di tanti altri segnate dall’ingiustizia e dalla prepotenza del più forte, del furbetto di turno, del disonesto, ecco che una tragedia si abbatte sul paese. Una disgrazia che è tale e quale a quella che tanti anni prima si era accanita contro molti poveri zappaterra, tra i quali anche il nonno di Pietro, detto lu Possident.

E con la trama mi fermerei qui perché credo che non ci sia nulla di meglio di leggere il romanzo per sapere il resto delle vicende dei protagonisti. Mi soffermerei però un momento sul finale, più precisamente sul suo significato, ovvio senza svelare troppo. Il romanzo è particolare anche perché sembra contenere un doppio finale. Il primo, amaro, che è quello dei “vecchi”, dei “poveri”, degli “immigrati”, degli “ultimi”, quelli la cui ribellione sembra sempre portare al fallimento perché, sulla loro strada, saranno sempre destinati a trovare uno zi’ Rocco che li sfrutterà rendendoli ancora più poveri, ancora più umili, ancora più “ultimi”. Una maledizione che non sembra avere mai fine, destinata a ripetersi, immutabile, nel corso dei secoli. È la storia del ricco che sfrutta il povero per arricchirsi ancora di più alle sue spalle, è la parabola del disonesto, del colluso con il potere e che, quindi, in un modo o nell’altro finisce per farla sempre franca. È l’eterna lotta tra poveri che si scannano tra di loro per un tozzo di pane incolpandosi l’un l’altro di rubarsi qualcosa, che sia il lavoro, la terra, o il pane. E in questa storia di miseria gli ultimi tra gli ultimi sono sempre gli emigrati, che provengano da una nazione straniera o siano semplicemente italiani del Sud, perché, come dice con rassegnazione il nonno a Pietro: “finché in un posto ci saranno degli stranieri, sarà sempre colpa loro”.

Ma E tu splendi è anche un romanzo di formazione, un percorso di crescita e di maturazione del protagonista Pietro che non sa accettare la morte di sua madre e che la cerca di continuo nonostante la presenza costante di Canetto – il dolore che Pietro e Nina hanno ribattezzato perché assomiglia a un cucciolo che, volendo giocare, finisce per morderti e farti male. Nina a un certo punto trova la forza di respingerlo questo cane fastidioso, Pietro, invece, ha bisogno di più tempo. Ha bisogno di scontrarsi con la delusione, con la falsità delle persone come suo cugino il sindaco. Di affrontare la diversità degli stranieri, il razzismo, la prevaricazione verso i più deboli, la disonestà e la tracotanza di ’zi Rocco. Ma, soprattutto, ha bisogno di una risposta.

E, più precisamente, la risposta alla domanda che avrebbe voluto fare a sua madre prima che uscisse per l’ultima volta da casa loro per non tornare mai più. E la chiave di lettura, il finale positivo del romanzo, sta tutto in quella frase tratta da una trascrizione sbagliata di uno stralcio delle Lettere luterane di Pasolini. Un invito a trovare la forza di “splendere” nonostante tutto, nonostante il dolore e le brutture della vita. Ma è anche, o soprattutto, un invito che Catozzella sembra rivolgere direttamente a quella terra dolente che è, poi, il Sud tutto.  Un’esortazione a non seguire “i destinati a essere morti”, vale a dire i tanti zi’ Rocco, i disonesti, ma anche i delusi, chi non si ribella accettando supinamente il proprio destino di sottomissione e sfruttamento. Perché questo è proprio quello che le persone come zi’ Rocco vogliono, perché essi, sembra dirci Catozzella, “ti insegnano a non splendere”. E invece l’autore, attraverso la voce ingenua e allo stesso tempo profonda di un bambino, rivolgendosi a ciascuno di noi, ma, soprattutto, rivolgendosi a quella terra dolce e amara, piena di miserie e di saggezza, pare voler dire: “i destinati a essere morti ti insegnano a non splendere. E tu splendi, invece”.

Proprio come in Catozzella splende, nonostante tutto, l’amore per la sua terra piena di contraddizioni e di bellezza.

 

In vacanza con Andrea Vitali

Recensione del romanzo “Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti”

di Coralba Capuani

Andrea Vitali non è uno scrittore, ma un’agenzia di viaggi.

Perché aprire un romanzo di Vitali non significa affrontare una semplice lettura che ti emoziona, ti commuove, ti fa riflettere, o, più spesso, ti fa sorridere, quando non scappare una risata di vero cuore.

No, quando si acquista un romanzo di Vitali la prima cosa da fare è iniziare a preparare la valigia. Una valigia metaforica, d’accordo, ma proprio non riesco ad associare ad altro che a quest’immagine il gesto di accomodarsi su una sedia, divano, poltrona, letto che sia, mettersi in grembo il libro di Vitali e, finalmente, aprirlo.

Si inizia!

Si parte!

E ogni volta è come rincontrare persone conosciute durante la precedente vacanza, anche se i personaggi e le storie sono diverse, se non addirittura i periodi storici. Tuttavia quell’impressione di ritorno a casa, in un ambiente domestico già visitato, è ciò che si prova ogni volta che ci si accinge ad affrontare una nuova storia nata dalla mente immaginifica di questo prolifico autore.

E ogni volta pare di sbirciare da dietro una persiana semichiusa lo svolgersi delle vicende di questi strampalati personaggi che l’autore mette in scena. Poco importa che il lettore si trovi a seguire le scarpinate della Stampina fino alla canonica di don Pastore, prevosto di Bellano (e poteva forse essere altrimenti?) a causa delle preoccupazioni che gli dà il Geremia, quel suo figliolo strambo di cui in paese si mormora gli “manchi qualche giovedì”. Oppure scrutare l’interno della canonica di quel santo uomo del don Pastore, cui ogni volta tocca consolare, dare consigli e tranquillizzare la povera Stampina. Quando non origliare i commenti di Rebecca, perpetua di Don Pastore, impicciona e convinta di vedere l’opera del diàol  ogniqualvolta in paese capita qualcosa di strano o bizzarro. E non è cosa strana e bizzarra, e quindi opera del diavolaccio malefico, che un tonto come Geremia si vada a invaghire di Giovenca Ficcadenti, merciaia dall’appariscente bellezza, comparsa da poco in paese insieme a sua sorella Zemia, piccola, secca e brutta che “a incontrarla di notte c’era da credere che i morti ogni tanto uscissero dalla tomba”? Una “scheletraglia”, la definisce l’autore con un’espressione a mio avviso geniale nella sua spietatezza.

Il lettore diventa, quindi, un abitante di Bellano, un villeggiante che fitta casa in una delle sue vivaci viuzze attraversate da questi bizzarri tipi umani, gente sopra le righe a partire dai loro inusuali nomi di battesimo: Giovenca, Stampina, Rigorina, Zemia, o Editto Giovio, il famoso “Notaro” in Como. Ma anche il poetastro Novenio, innamorato della bella Giovenca a cui dedica improponibili poesie d’amore plagiando le opere di un “collega” vagamente più famoso di lui, ovvero Gabriele D’Annunzio. Come resistere alla comicità di certe scene descritte nel romanzo, una su tutte: la dichiarazione d’amore di Novenio, pretendente di Giovenca, il quale al fine di conquistare la ragazza le declama i versi del Vate. Come restare impassibili quando il giovane, sopraffatto dall’esaltazione (o sarà forse qualcos’altro?) finisce per fuggirsene tra gli arbusti: «urlando come un ossesso, tanto che quando Giovenca aveva aperto gli occhi il Trionfa non era altro ce un puntino nero dentro al coltivo di ravizzone, agitato come uno spaventapasseri sconvolto dal vento».

Ma a ruotare attorno ai personaggi principali vi sono una miriade di personaggi minori, a volte semplici comparse, che, però, nonostante questo, Vitali si premura di descrivere in profondità condensando la loro esistenza in poche righe rendendoceli vivi, umani, fatti di carne e ossa. Perché i personaggi di Vitali non sono mai caricature, e, pur se a volte (spesso) bislacchi, non cadono mai nella macchietta conservando sempre un loro tratto umano, tanto che al lettore potrebbe tranquillamente capitare di imbattersi in una loro copia nella vita reale.  E questo lo sa bene chi abita in un piccolo paese dove ci si conosce tutti e dove ogni abitante ha quel briciolo di pazzia che i personaggi di Vitali esprimono all’ennesima potenza.

È come, in sostanza, se Vitali prendesse quel pizzico di stramberia contenuto in ognuno di noi moltiplicandolo e ingigantendolo, cosicché se in un paese “normale” magari di strambi ce n’è al massimo un paio, nel mondo fittizio dei romanzi di Vitali gli “strampalati” si trasformano in un caleidoscopio di personaggi originali e fuori dalle righe, pur tuttavia rimanendo sempre realistici. Gente, insomma, che il lettore può benissimo incontrare per strada.

Perciò ogni volta che una storia finisce, che il libro viene chiuso, il lettore è assalito da un senso di malinconia; lo stesso che ci prende alla fine di una vacanza a lungo attesa. Così, quando ce ne saliamo sul nostro bel treno che ci riporterà a casa, alla nostra grigia routine, aspettando di avvertire il fischio del capostazione che dà l’ordine di partenza alla locomotiva, mentre ci soffermiamo ancora una volta a osservare  i volti dei personaggi, venuti apposta in stazione per salutarci, ci viene il magone all’idea di dover abbandonare quelle facce, quelle esistenze divenute ormai così familiari. Anzi, in qualche modo proprio persone  “di famiglia”.

Però, a questa struggente sensazione di malinconia, al senso di perdita, si mescola, la speranza, nonché la consapevolezza, di un prossimo ritorno. Magari dovranno passare molti mesi (forse anni?) prima di tornare a concederci la nostra bella vacanza in quel di Bellano, ma di sicuro siamo certi che non si tratta di un addio, bensì di un arrivederci.

E allora, quando sarà tempo, torneremo a preparare la nostra valigia pronti per partire di nuovo alla volta di Bellano, desiderosi di affrontare un nuovo viaggio e nuove avventure, affidandoci ancora alla comprovata professionalità della nostra agenzia di fiducia: la “Premiata Ditta” agenzia viaggi Vitali, appunto!

 

Il graffio di Cecile

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di Coralba Capuani

A me il rosa non piace. Non amo le commedie romantiche e non sopporto l’idea che un film, un romanzo, un testo in generale abbia al centro una storia d’amore.

Non la reggo, non so perché, ed è così da sempre. Non che non apprezzi una storia d’amore ben inserita nel contesto di un romanzo, ma per “digerirla” ho bisogno che in mezzo ci siano almeno un paio di morti violente, una guerra, una pestilenza o disgrazie inenarrabili. Quindi, se non fosse stato per l’amicizia che ho nei confronti di Annalisa-Cecile, probabilmente non mi sarebbe mai venuto in mente di compare un libro che sulla fascetta pubblicitaria della Newton Compton recava scritto la dicitura “romantico”.

Mi sono fidata. Anche perché conosco le doti da affabulatrice di Cecile, nonché l’ironia pungente già da qualche anno, da quando, per l’esattezza,  ho avuto l’occasione di leggere un estratto di un suo romanzo in gara a un pessimo concorso al quale ho partecipato. Ma così farlocco, così palesemente combinato che, anche solo nominarlo, credetemi, non vale davvero la pena (oddio che calembour involontario!). 😀

Ma soprattutto mi sono fidata di Cecile perché adoro i deliziosi siparietti familiari che pubblica sulla sua pagina personale di Facebook: un vero spasso! Soprattutto le perle della sua adorabile nonnina, della quale io sono fan e sostenitrice accanita: a proposito, a quando un libro con la supernonna protagonista?

Quindi, dicevo, mi sono fidata e appena è uscito il romanzo Non mi piaci ma ti amo l’ho acquistato. Poi, come sempre, l’ho lasciato abbandonato in libreria insieme a tanti romanzi che mi dico sempre dovrei leggere, ma la cui lettura viene rimandata all’infinito.

Ecco, la settimana scorsa ho deciso che fosse arrivato il momento di iniziare a leggere un paio di quei testi “abbandonati” cominciando proprio dal romanzo di Cecile.

La storia è semplice: Sandy e Thomas si conoscono da sempre. E da sempre non si sopportano. Costretti a condividere le vacanze a causa dell’amicizia che lega le rispettive famiglie, crescendo, si perdono di vista per poi rincontrarsi a causa di un evento inaspettato: vale a dire la morte del nonno di Thomas che nel testamento “obbliga” il nipote a mettere la testa a posto e accasarsi. E chi sceglie quel  buontempone del nonno? Esatto, proprio l’odiata Sandy. Da questo momento prende il via una serie di intrighi e macchinazioni da parte dell’uno e dell’altra fino al sospirato lieto (?) fine? Chissà, lascio a voi scoprirlo.

Questa in breve la trama. Per quanto riguarda la recensione vera e propria inizio con un mea culpa, sì, devo ammetterlo, da un romanzo rosa mi sarei aspettata una sequenza interminabile di scene d’amore, di parole smielate, sguardi languidi, baci, bacini, bacetti, coccole e coccoline e ciccì e coccoccò. E, invece, con mia grande sorpresa, e maximo gaudio, i due protagonisti passano quasi tutto il tempo a litigare. E di brutto! Meravigliosi sono i siparietti e i battibecchi tra Sandy e Thomas, spassose le battute e genialoidi le metafore – nelle quali ho riconosciuto lo stile inconfondibile di Annalisa-Cecile.  Ho adorato, poi, la leggera punta di cattiveria di certe battute, come quella indirizzata alla raccomandata di turno che soffia il lavoro alla protagonista. Ecco come l’autrice descrive i meriti della ragazza:

 

“Lo scopo non era di darle il tempo di sistemarsi. Già, non si trattava di un contrattino di sei anni, ma di un lavoro a tempo indeterminato come professoressa, più il mio posto di ricercatrice per arrotondare. Il paparino non voleva trovarle un marito per confinare i suoi errori genetici al nipotame, bensì fare in modo che la sua adorata e impedita figliola si occupasse della preparazione di migliaia di studenti, per definizione creta plasmabile e pagante, così da uniformare la nostra élite culturale ai livelli di ottusità di quelli che, come lei, hanno bisogno di Wikipedia per farsi strada nella vita”.

Non posso citare i tanti passaggi in cui l’autrice mostra il suo graffio, ma lascio al lettore il piacere di scovarli in una sorta di caccia al tesoro dove, i piccoli oggettini preziosi, non se ne stanno affatto nascosti ma anzi, non fanno altro che balzare di continuo davanti agli occhi del lettore sorprendendolo ogni volta; potrei mai dimenticare il paragone con il clamidoforo troncato? Sì, lo so, anch’io non sapevo cosa accidenti fosse, perciò, dico, non è forse originalità questa? A quale scrittrice sana di mente, infatti, verrebbe mai in testa di fare un paragone usando l’immagine di un clamidoforo?!

Ma a parte i bizzarri accostamenti di immagini, i sorprendenti paragoni, le iperboli decisamente  pazzoidi di cui il testo è disseminato,  tra i meriti dell’autrice vi è anche una certa classe nel narrare (so che alla parola “classe” Cecile si rotolerà sul pavimento), ma è vero, non mi aspettavo tanta eleganza nel raccontare una storia d’amore e, pure, diciamolo, di attrazione e di sesso. Né mi sarei aspettata una totale assenza di volgarità: manco una parolaccia ci ha messo! Niente. Anzi, mi è piaciuto il modo con cui l’autrice racconta la storia e le scene d’amore e di sesso (perché qualcuna ce n’è!) E lo fa con classe (e smettila di sghignazzare!), senza scendere in volgarità dando sfogo a certe perverse fantasie sadomaso tanto in voga oggigiorno, ma anzi, le scene sono tutte abbastanza caste. Sensuali quel tanto che basta a ottenere sul lettore l’effetto desiderato: il suo coinvolgimento emotivo. E questo per me è un grande merito, perché dimostra che l’autrice non ha bisogno di forzare la mano per ottenere l’attenzione del lettore. Non deve cedere a certi facili meccanismi commerciali per rendere godibile il testo.

Per questo alla fine mi sono ritrovata a fare il tifo per Sandy e Thomas, a soffrire per loro e con loro. Insomma: in questa storia d’amore ci sono caduta con tutte le scarpe. E viste le premesse citate sopra direi che è tutto merito delle abilità narrative dell’autrice. Non c’è altro: Cecile Bertod è una brava scrittrice. Ha talento ed è originale. Ha uno stile personalissimo, un graffio tutto suo che riconosci in ogni cosa che scrive, persino in un post buttato a caso sulla bacheca di un social network.

Quindi che dire? Un libro e un’autrice che vi consiglio di cuore perché, nonostante alcuni dubbi che le passano a tratti per la sua irrequieta mente, Annalisa-Cecile è proprio tagliata per questo mestiere.

E quindi vai Ceciglia, e che le stelle siano con te! Ops, mi sa che ci deve essere stata un’interferenza da parte della nostra astrologa di fiducia… 😉

 

 

http://www.newtoncompton.com/autore/cecile-bertod

http://www.cecilebertod.com/

https://www.facebook.com/mycecilebertod/

 

 

Un libro che sa di “buono”.

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di Coralba Capuani

Lorena Marcelli è una brava scrittrice, c’è poco da dire su questo. Avevo letto il suo primo romanzo e già mi ero innamorata della sua scrittura ricca e corposa, nonché dell’intensa capacità descrittiva – e sensoriale – capace di rendere in maniera vividissima colori, profumi e sensazioni tattili.

Nella collina dei girasoli Lorena abbandona le verdi alture della sua amata Irlanda per fare ritorno “a casa”, su altre colline che, questa volta, sono quelle della campagna abruzzese dove il giallo intenso dei girasoli e del grano maturo vengono macchiati qua e là da piccole oasi rosse; i papaveri che annunciano l’arrivo dell’estate.

La vita che Lorena ci racconta in questo romanzo è la vita di una famiglia all’antica, allargata si potrebbe dire se non ricordasse troppo altre tipologie familiari che nulla, però, hanno a che fare con la famiglia Diamante che rispecchia le famiglie patriarcali tipiche del meridione composte da numerosi nipoti, nonni e zie nubili.

Al centro delle vicende vi è la storia di questo nucleo familiare composto da: nonni contadini con una figlia zitella a carico, quattro nipoti femmine, figlie del figlio maschio sposato con una donna incapace di fare la madre e la moglie. Questa in sintesi l’ossatura della trama sulla quale l’autrice imbastisce una rete di ricordi (credo personali) legati all’infanzia nella terra natia e che, trasfigurata dal ricordo, diventa una specie di Eldorado, uno struggente Paradiso Terrestre ormai perduto. La masseria dei nonni diventa un’oasi di pace per Ambra, la protagonista, un luogo dove sperimentare l’affetto e l’armonia, al contrario del nucleo familiare originario in cui regnano le liti tra consorti, nonché la freddezza dei rapporti tra la madre e le sue figlie, ma anche tra le stesse sorelle. Le quattro figlie della Terra, Topazio, Perla, Giada e Ambra, non sono abituate alle manifestazioni d’affetto e crescono l’una contro l’altra, incapaci di amarsi o anche solo di comprendersi; Topazio, persa nel suo cinico egoismo che la porta ad abbandonare la scomoda famiglia adescando il primo sciocco che le capita a tiro, Perla, ragazza vanesia, invidiosa e ritratto della madre. Solo Ambra e Giada sembrano provare affetto l’una per l’altra, ma è un affetto algido, incapace di manifestarsi attraverso il contatto fisico. Contatto fisico che Ambra trova solo nella zia Elia, la zitella-madre, l’unica in grado di manifestare affetto e di ricoprire il ruolo materno a cui Lucia, la madre “biologica” di Ambra, non aspira e anzi rifiuta in maniera categorica fino alla fine. Così la casa dei nonni per Ambra diventa il luogo del cuore, il luogo di una vita semplice scandita dai ritmi immutabili della Natura – come lo scorrere delle stagioni o il lavoro nei campi. Una vita a misura d’uomo, autentica, che sa di buono, di pulito. Ed è proprio il sapore di buono, insieme alle descrizioni di questo paesaggio del cuore, di questo tempo senza tempo, la parte che ho amato di più. Forse perché da abruzzese riesco a condividere con l’autrice quel tempo antico spazzato via dalla modernità ma che, nonostante tutto, è riuscito a sopravvivere nei cuori di chi l’ha sperimentato in prima persona; un tempo, quindi, che deve esserci rimasto indelebilmente dentro a entrambe.

Tra i personaggi ho adorato la piccola Ambra, dolce e ribelle, ma anche Elia, la madre che non è neanche stata sposa. Ho amato la compostezza e la solidità dei nonni che incarnano i valori veri che Ambra non riesce a trovare nella famiglia d’origine (soprattutto nella figura materna), valori tradizionali di un Abruzzo dal cuore “forte e gentile”, dove forte sta per fortezza d’animo, dignità e serietà.

Mi è piaciuto “Fava”, l’amico del cuore di Ambra, l’uomo fedele che ama disinteressatamente, così come ho trovato affascinante la figura di Killian, richiamo irresistibile all’amata Irlanda a cui l’autrice non sa rinunciare neppure in questo romanzo. Ma nonostante queste due figure maschili, le uniche insieme a quella paterna e del nonno a essere davvero pregnanti a livello della trama, per il resto gli altri personaggi maschili sono per lo più ombre prive di carattere, figure deboli che, come burattini, si lasciano manovrare dalle loro mogli per buona parte del romanzo. Un romanzo che è un potente ritratto femminile, e non sempre lusinghiero per noi donne. Se infatti da una parte ci sono la saggezza e la dolcezza di Elia, la ribellione e la sensibilità di Ambra, la fermezza e la pacatezza della nonna, dall’altro vi sono anche figure fortemente negative: Topazio, Perla e la loro madre Lucia, tre pezzi di un unico puzzle che compongono una femminilità frivola, fredda, cinica e calcolatrice.

Un romanzo moderno che sa d’antico, un viaggio nei luoghi del cuore per rivalutare il valore della memoria.

 

 

Klea: tra fantasy e menzogne

foto valentino

Letterando è lieta di presentare ai suoi lettori la nuova fatica letteraria del nostro amico Valentino Eugeni. Continuate a seguirci se volete sapere qualcosa in più su quest’eclettico scrittore.

Henke è un giovane studente di fisica. Henke è malato, è narcolettico, si addormenta nei momenti peggiori, e sogna. Annabeth è la sua migliore amica, da sempre, ma non può raccontargli di Klea, della prigione in cui è rinchiusa. Per questo sceglie di mentirgli ogni giorno, anche quando Klea si avvia al supplizio che il vescovo ha preparato per lei.

Sono queste le premesse di “Klea”, primo racconto breve in ebook di Valentino Eugeni, già autore dello Urban fantasy “La voce di Nero” (Montecovello editore, 2015). Disponibile su tutte le maggiori librerie online (questo il link Amazon), si tratta di un paranormal fantasy in cui l’inquietudine monta capitolo per capitolo. Henke non è l’unico a essere ossessionato dalle sue visioni, ma ciò che scoprirà in merito a quelle immagini oniriche affonda in un passato così doloroso che tutti attorno a lui hanno scelto di mentirgli.

“Klea”, pur non essendo l’inizio di una saga, è parte di un nuovo progetto editoriale dello scrittore fermano che promette di stupire: un’antologia di storie brevi che i lettori potranno comporre nel tempo e che garantisce contenuti speciali ai fan più fedeli.

Come si legge sul blog ufficiale, infatti, Eugeni annuncia la pubblicazione di altri 11 racconti, che seguiranno il primo a cadenza semi-regolare. Alla pubblicazione dell’ultimo racconto, chi li avrà collezionati tutti (producendo prova di acquisto), ne riceverà un tredicesimo in esclusiva e un’illustrazione originale che rappresenta la “copertina” della raccolta così ultimata. Un modo per rinverdire la tradizione delle pubblicazioni a fascicoli nell’era del digitale, in cui il classico raccoglitore viene sostituito dal vostro ereader.

Valentino Eugeni nasce nel 1975. Cultore e consumatore compulsivo di storie, narratore ed esploratore del fantastico. I suoi racconti sono stati selezionati in vari premi letterari e pubblicati nelle antologie di Limana Umanìta e Isola Illyon. “Parthan ci lasciò vivere” è nella cinquina finalista del premio Crysalide Mondadori e viene pubblicato in Effemme, l’almanacco di Fantasy Magazine (Primavera 2014). Il suo primo romanzo “La voce di Nero”, si classifica Top100 su Ilmiolibro.it.

Questi i link dove seguire l’autore:

Blog ufficiale (http://valentinoeugeni.it/)

Facebook (http://valentinoeugeni.it/)

Twitter (https://twitter.com/valentinoeugeni)

Goodreads (http://www.goodreads.com/user/show/49118859-valentino-eugeni)

 

 

#UNAVALIGIADILIBRI

 

BENVENUTI

NELLA BIBLIOTECA DI LETTERANDO

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1815) SE QUESTO E’ UN UOMO di Primo Levi

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Libro nuovo (2015) Non luogo a procedere di Claudio Magris

etichettanon luogo a procedere

Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1815) EMMA di JaneAusten

anna austin

Libro nuovo (2015) LA PUNTURA DELLA MEDUSA di Monica Bauletti

etichettaLA MEDUSA

 

Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1975) Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallacci

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Libro nuovo (2013) Reperto occasionale di Gianni Papa

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1938) I quarantanove racconti di Ernest Hemingway
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Libro nuovo (2015) Favole del morire di Giulio Mozzi

favole del morire

Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1869) GUERRA E PACE  di Lev Tolstoj

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e Libro nuovo (2003) NAPOLEONEONE La voce del destino – Il sole di Austerlitz DI MAX GALLO

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Libro Vecchio (1961)    DAI, MARZOLINA!  di BERTHE BERNAGE

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e Libro nuovo  (2012) Storia dell’Immondizia di Mirco Maselli

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Libro Vecchio (1960)   LA NOIA  di Alberto Moravia

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e Libro nuovo  (2007) RABBIA di Chuck Palahniuk

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Libro Vecchio (1961)   UN CUORE ARIDO di Carlo Cassola

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e Libro nuovo  (2015) SIRENA di Barbara Garlaschelli

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1956) Angelica di Anne e Serge Golon

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Libro nuovo – 2015 L’amica più preziosa di Monica Bauletti

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1958) Il Gatto0pardo di Tomasi di Lampedusa

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Libro nuovo – 2015 Il cuore aspro del

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1922) Siddharta di Hermann Hesse

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Libro nuovo – 2013 L’OCEANO NEL POZZO di Nino Famà

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Libro Vecchio (1960)   LA NOIA  di Alberto Moravia

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Libro Vecchio (1961)   UN CUORE ARIDO di Carlo Cassola

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e Libro nuovo  (2015) SIRENA di Barbara Garlaschelli

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1956) Angelica di Anne e Serge Golon

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Libro nuovo – 2015 L’amica più preziosa di Monica Bauletti

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1958) Il Gatto0pardo di Tomasi di Lampedusa

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Libro nuovo – 2015 Il cuore aspro del

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1922) Siddharta di Hermann Hesse

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Libro nuovo – 2013 L’OCEANO NEL POZZO di Nino Famà

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BENVENUTI

NELLA BIBLIOTECA DI LETTERANDO

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1938) I quarantanove racconti di Ernest Hemingway
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Libro nuovo (2015) Favole del morire di Giulio Mozzi

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1869) GUERRA E PACE  di Lev Tolstoj

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e Libro nuovo (2003) NAPOLEONEONE La voce del destino – Il sole di Austerlitz DI MAX GALLO

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Libro Vecchio (1961)    DAI, MARZOLINA!  di BERTHE BERNAGE

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Davide Bottiglieri – Le cronache di Teseo

Carissimi amici oggi la famiglia di Letterando si allarga e accoglie un nuovo autore che vado a presentarvi.

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Nome: Abraham Tiberius Wayne (alias Davide Bottiglieri)
data e luogo di nascita: 28 aprile del 1992. Salerno (Italia)
segno zodiacale: Toro
blog: Abram Tiberius Wayne
Nonostante la sua giovane età ha già una collezione di riconoscimenti di tutto rispetto:
– Premio Letteratura Italiana Contemporanea nel settembre 2014, indetto dalla Laura Capone Editore con la quale compie il suo esordio editoriale con la silloge Poeti Contemporanei.
– Nel 2014 viene inserito nella collana Riflessi della Pagine Editore.
– Nel maggio 2015 vince il XII Concorso di Poesia d’Amore ” Tra un fiore colto e l’altro donato” indetto dalla Aletti Editore.
– Nel luglio 2015 viene pubblicato nell’omonima silloge.
– Vince il concorso “Cronache dalle terre oscure”,con tre racconti brevi fantasy.
– Nell’agosto 2015 viene pubblicato nell’antologia Felicemente Horror vincendo la selezione proposta dal noto blog letterario Pegasus.
– Sempre nell’ottobre 2015 risulta finalista del concorso “E’ già autunno!” indetto dalla Montegrappa Edizione e viene inserito nella XVII raccolta antologica “Les cahiers du Troskij Cafè”.

Davide è nostro ospite perchè voglio presentarvi il suo libro:

Le cronache di Teseo

Racconti – Edizioni Les Flaneurs

Authore: Abraham Tiberius Wayne (Davide Bottiglieri)

€ 2.99

“Un libro che raccoglie sei racconti dedicati all’eroe greco Teseo. Un fantasy dall’anima ellenica”.

Un libro che raccoglie sei racconti dedicati all’eroe greco Teseo. Un fantasy dall’anima ellenica”.
È proprio così che si presenta questo libro che si legge veloce e con piacere. Davide ci racconta le prove che si trova a dover affrontare Teseo per dimostrare di meritare il trono in successione al padre.
È un viaggio fantastico che l’autore descrive poggiando sulle basi della mitologia classica arricchendo di particolari fantasiosi che ne alleggeriscono il peso e animano di avventura. Molti sono i nomi di dei, semidei, eroi, e altre figure, più o meno moti a tutti, che hanno popolato i racconti epici e che l’autore mette a intralciare il cammino dell’eroe, a volte per aiutarlo nelle sfide altre volte per mettere a prova la sua forza, la sua saggezza, la sua umanità e il suo valore di uomo e di guerriero al fine di forgiare la figura ideale di sovrano. È così che l’autore ci consegna l’immagine di un re esemplare: un sovrano ideale.
Le scene di lotta sono ben descritte e le atmosfere che ne emergono sono in perfetta sintonia con l’epoca riuscendo tuttavia ad evocare immagini fantastiche che scivolano in paesaggi degni della classica narrazione fantasy e quello che io definirei l’universo fantastico.

“La raccolta mira a interessare lettori adolescenti! La mitologia classica è bellissima, tuttavia non sempre la si fa apprezzare a dovere nei licei (io per primo l’ho amata tardi); inoltre c’è da aggiungere che non si tratta di una lettura semplice perché spesso appesantita dagli intervalli filosofici che ne rallentano un po’ il ritmo. Ho provato a riproporre degli episodi che ho trovato affascinanti, in una forma più appetibile all’adolescente di oggi (gli scontri e la violenza non sono mai mancati nell’epica classica), facendo attenzione a non alterare la storia e le caratteristiche del mito: in pratica, ho cercato di trovare una chiave di avvicinamento alla letteratura greca per chi non la digerisce ancora nella sua forma originale”.

.
Quindi un libro adatto a tutte le età, molto originale che noi di Letterando consigliamo e vi consigliamo anche di tenere d’occhio questo autore emergente che non mancherà di regalarci ancora sorprese e successi.

Loredana Conti e i colori del suo “mondo di mezzo”: tra rosa e giallo.

cover

Scheda sintetica

Titolo: I Nomi delle Rose Selvatiche
Autore: Loredana Conti
Editore: Kindle Direct Publishing, 2015
ASIN: B012778NGG
Genere: romantic suspanse

Link d’acquisto:

http://www.amazon.it/gp/product/B012778NGG?keywords=i%20nomi%20delle%20rose%20selvatiche&qid=1442915420&ref_=sr_1_1&sr=8-1

Sinossi
Claudia e Luca.
Giovane e selvatica, lei, al suo primo impiego come fotografa in un prestigioso giornale. Cronista investigativo, lui, ha fatto della ricerca della verità la sua missione.
Divisi dall’età e dall’esperienza, un’attrazione incontrastabile li riconduce, dopo ogni scontro, l’uno nelle braccia dell’altra, a rischio della loro stessa vita. Luca, suo malgrado, trascinerà Claudia, nelle sue indagini sul “mondo di mezzo”, nel buio dei segreti, degli informatori, delle cronache di Mafia capitale.
Ma una rosa selvatica non si può possedere. Si può godere della sua bellezza soltanto lasciandola attaccata alla sua pianta; soltanto rinunciando ad essa. Così, combattuta tra la volontà di proseguire sulla strada che ha scelto per sé e quella che il destino gli spalanca davanti, Claudia dovrà scegliere…
A volte il destino ha soltanto bisogno di essere aiutato.

Estratto
Claudia si sentiva sull’orlo di un precipizio: qualcosa la avvolgeva, una normalità che non poteva esistere. Seducente, bella. Forse più bella dell’avventura di cui voleva ricoprire la sua vita. Il canto della sirena? Sì, Luca era una sirena. Da cui tenersi a debita distanza.
(…)
Ma lo desiderava? Quanto sforzo prendersi in giro! Lei desiderava soprattutto stare con lui. Possibilmente ogni secondo. Tutte le sue battaglie interiori per l’indipendenza le parvero all’improvviso delle vere ipocrisie. Stava bene con lui, cominciava a sentirsi adulta, importante. Sapeva che poteva imparare molto.

Biografia

Imprenditrice romana, Loredana Conti è riuscita a far convivere insieme un gatto bianco, un cane nero, un amato marito. E questo spiega anche un po’ la genesi dei suoi personaggi così contrastanti, che finiscono sempre per amarsi.
D’altronde si è formata sui libri di Rudolf Steiner e Aivanhov, dai quali ha preso ispirazione per le pillole di saggezza che si trovano spesso a corollario dei suoi libri.
Ha già pubblicato, sempre in formato ebook su Kindle Store di Amazon, la serie “Laura: L’avventura dei sentimenti nell’età di mezzo”.
“I nomi delle rose selvatiche” è il suo terzo romanzo.

Per saperne di più sull’autrice

Comunicato stampa:

http://www.informazione.it/c/05835807-409E-4A02-8B38-ABB869FB6E6F/Amore-e-Mafia-capitale-ne-I-nomi-delle-Rose-Selvatiche-il-romance-suspense-che-racconta-anche-l-attualita

Goodreads:

https://www.goodreads.com/book/show/26511829-i-nomi-delle-rose-selvatiche?from_search=true&search_version=service

Pinterest gallery:

Le avventure romantiche di Laura Bellini

Biografia

foto lauraLaura Bellini nasce qualche decennio fa a San Piero in Bagno, un paesino adorabile dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Vive in una casa molto affollata insieme a due cani e un gatto. Scrive per passione e legge per amore. Le sue pubblicazioni sono tutte disponibili su Amazon, in formato ebook o cartaceo. I suoi precedenti romanzi sono: “Il coraggio dell’amore” (2009), “Lontano da te” (2010), Ancora tu” (2010), “I disegni imprevedibili del destino” (2011) e “Il mondo dopo te” (2012) “Il gioco dei ricordi” (2013), “Quel nome portato dal vento” (2014), A-Mors (2015). L’eco del tuo respiro (2015)

L’eco del tuo respiro

Sinossi

Maggio 1383 Aliénor Dumont è rassegnata a sposare Adam Moreau, ma l’incontro con il destino cambierà le sorti di un intero regno mettendo in gioco le vite delle persone a lei più care. C’è solo un modo per evitare che chi ama soccomba e Aliénor non esita a sacrificare se stessa pur di donare un futuro alla sua famiglia.

Diciotto anni più tardi Arwen, erede al trono, percorre la strada che dall’assolata capitale conduce al freddo nord, pronta a conoscere il suo promesso sposo per coronare il sogno del padre di vedere le famiglie Moreau e Dumont unirsi. Lungo la strada però, due occhi violetti le rapiscono il cuore. Ismael e Arwen, due cuori destinati ad appartenersi. Il loro amore però nasce sotto una cattiva stella. I due conoscono solo parte del passate del regno in cui vivono. Arwen è promessa al fratello di Ismael, loro erediteranno lo scettro che un tempo apparteneva a una famiglia scomparsa nella furia della guerra che ha devastato il regno anni prima della loro nascita. Una guerra scatenata dall’amore, l’unico sentimento in grado di cambiare le sorti di un intero popolo. E sarà l’amore a guidare le scelte dei due ragazzi. Essi si amano e si perdono, ma niente sarà in grado di minare il sentimento che li lega. La forza dell’amore travolge i giovani ragazzi innescando una lotta dall’esito incerto contro il destino.

In questo romanzo si racconta il coraggio di un amore che riesce a resistere alla vita, che abbatte ogni ostacolo pur di guadagnarsi il diritto a essere vissuto. Si narra il sacrificio, perché non c’è gesto di amore più grande.eco

Estratti

Arwen sentì il cuore stringersi, se avesse potuto seguire il suo istinto, si sarebbe alzata e l’avrebbe abbracciato così forte da togliergli il respiro.

Le mancava. Nessuna notte con Robert avrebbe mai potuto sopperire la sua assenza o darle più piacere di quanto ne provava solo respirando l’odore di Ismael anche da lontano.

Arwen pensava di svenire, il dolore che quella confessione le fece esplodere nel petto era insopportabile. Avrebbe preferito morire in quello stesso momento piuttosto che comprendere la portata di quella dichiarazione. Aveva il respiro corto e faticava a mettere a fuoco le immagini. Abel le si avvicinò toccandole un braccio che lei scansò in malo modo. Non sopportava la vicinanza di quell’uomo.

«Io lo amo con tutta me stessa, Abel. Lo amo tanto da poter rinunciare a lui se questo significa salvare la sua vita.»

«Non andartene» lo pregò la principessa ignorando la presenza di Abel.

«Devo» rispose con un sorriso amaro. «Ma quando l’inverno sarà finito tornerò.»

«Ismael» pronunciò quel nome sottovoce sfiorandogli la mano con le dita. «Io ti amo.»

Lui restò immobile con il cuore che sussultava nel suo petto, se le avesse risposto non sarebbe più stato in grado di lasciarla andare. D’altro canto non poteva non farlo, lui amava Arwen con tutto se stesso. Le strinse le mani e incurante della presenza del padre la attirò a sé per baciarla.

«Ti amo anche io Arwen» ammise con la fronte poggiata alla sua. «Ti amo e ti prometto che tornerò.»

Dove acquistare il libro

 http://www.amazon.it/Leco-del-respiro-Laura-Bellini-ebook/dp/B014T2XKJW/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1443772491&sr=8-1&keywords=l%27eco+del+tuo+respiro

Quel nome portato dal vento

Sinossi

Ieri: la famiglia McTavish, nobile e influente stirpe del regno di Seaworld, viene sterminata da un nemico misterioso e sopravvivono soltanto i due fratelli Diarmaid e Duncan che, una volta fuggiti, vengono protetti e salvati dalle creature fatate dei boschi. Oggi: Maeve è l’erede dei Grahm e sta per andare in sposa a suo cugino Logan Frey, l’arrogante erede del nord del regno. Tuttavia, Maeve non può nascondere l’attrazione e il sentimento che la legano a Ryan, soldato semplice agli ordini di Lord Grahm. La differenza di status impedisce la loro unione e i due non possono che rassegnarsi al loro destino. È proprio il destino, però, a cambiare le carte in tavola quando Lord Grahm viene assassinato, Maeve rapita e Ryan accusato di omicidio. Sarà allora che il passato travolgerà il presente con le sue spire e riporterà in superficie il nome che i nemici avevano tentato invano di cancellare: quello della famiglia McTavish.

Quel nome portato dal vento è l’affresco eterogeneo di un regno in cui pace e guerra si fondono e i confini tra bene e male si assottigliano. Maeve, eroina forte e indimenticabile, capirà che l’amore non ha un unico nome e che non lo si può definire e, attraverso di esso, troverà il coraggio per affrontare il dolore e per affermare se stessa fino all’imprevedibile, sconvolgente finale.

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Mio padre ha ragione, dovrei considerarmi fortunata, non desiderare ciò che non potrò mai ottenere. Fra meno di un mese sposerò uno dei più ambiti ragazzi del Regno, le nostre casate governeranno i due terzi di Seaworld, i nostri figli erediteranno tutto questo e io non ho il diritto di lamentarmi.

Proprio mentre sto chiudendo le pesanti tende in velluto rosso, Ryan alza lo sguardo verso me, i suoi occhi mi tengono incollata alla sua figura. Abbasso piano le palpebre e una lacrima scende veloce sulle mie guance.

Fra pochi giorni non lo vedrò più e allora dimenticherò il suo viso, sorriderò di questa infatuazione e il mio cuore smetterà di fare male.

Lui ride, lo stelo di erba con cui mi ha solleticato poco prima infilato in bocca.

«Mi fai una promessa?» Chiede voltandosi su un fianco in modo che io non possa eludere i suoi occhi.

Sorrido. «Non posso prometterti qualcosa che non so.»

«Dona la tua verginità a chi vuoi, fallo con il tuo futuro marito o con l’uomo che dici di amare, ma poi fai l’amore con me.»

Mi si secca la gola, non trovo le parole per rispondergli. Mi stendo accanto a lui e gli accarezzo i capelli, le nostre labbra sono vicine, ma lui non si muove. Allora lo faccio io, le poso con cautela sulle sue, faccio scorrere la punta della lingua su quei petali di rosa, le mordicchio e d’improvviso mi trovo sopra di lui; la sua mano che mi trattiene la nuca, le nostre bocche incollate in un bacio che sembra non avere fine.

Vorrei che tutto questo durasse per sempre. Mi fermerei in questo spiazzo erboso con Jack fino alla fine dei miei giorni, gli darei dei figli; ma non è la vita che lui vuole. Mi troverei sola dopo qualche anno ad attendere un suo ritorno con l’incertezza di non rivederlo mai più. È questo il bello di Jack, la sua totale e irrefrenabile voglia di libertà.

«È un sì?» Mi domanda senza smettere di baciarmi.

«Vedremo» gli rispondo sorridendo.

Sono felice. Accanto a lui dimentico ogni cosa, i problemi non esistono e io non sono più Maeve Grahm, erede delle terre di mio padre. Non so più chi sia Diarmaid, meno che mai Logan Frey e non conosco il motivo della mia fuga da casa. Qui, fra le sue braccia io sono semplicemente Maeve e questo mi riempie l’animo di vita.

Dove acquistare il romanzo

http://www.amazon.it/Quel-nome-portato-dal-vento/dp/8897810403

Paola Ferrero: tra danza, canto, pittura e scrittura.

Paola Ferrero

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Biografia

Nata a Torino nel 1969 sotto il segno del Leone, ma concepita a New York per uno strano disegno del destino, mi è capitata in sorte una famiglia con autore. Ho sempre amato la lettura e la scrittura di rimando. Come anche la danza, il canto e la pittura.

Dopo aver riempito pagine e hard disk di lavori di ogni genere, ho pubblicato la mia prima raccolta di poesie “Parole d’amore insano” con Liberodiscrivere, editore genovese free – raccolta precedentemente selezionata da Il Filo, con cui non ho accettato di pagare per pubblicare – nel 2009.

Oltre a questo romanzo breve sono autrice di un secondo lavoro semifinalista al torneo di GEMS 2013, una romantica storia fantascientifica, e di un terzo romanzo di narrativa-drammatica che era in finale al “Cinquantesimo Marcelli”. Sto lavorando alla seconda raccolta di poesie, ho finito il quarto romanzo di cui sto curando l’editing, ho progetti per altri romanzi e gestisco due blog.

A seguire questo romanzo dovrebbero venire altri due dello stesso genere, il primo dedicato ai sentimenti e a un imprevisto abuso sessuale, il secondo alla malattia e morte della madre della protagonista.

Di tutt’altro genere gli altri progetti. Denominatore comune è solo l’ampio spazio dato ai sentimenti e al cambiamento.

Dipingo ancora. Amo la cucina, gli animali e guardare il cielo. Leggo sempre e di tutto, scrivo sempre e ovunque.

Romanzi

Gli Attimi in cui Dio è musica

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Questo mio è un romanzo breve, circa 212mila caratteri, narrato in prima persona da una diciassettenne che vive nella provincia di Torino negli anni ’80.

La sua vita viaggia su due binari. Da una parte c’è la quotidianità di una famiglia distrutta, con una madre abbandonata e una sorella che pare un’estranea; lavorano duro per pagare debiti e usurai, perse nelle nebbie della pianura contadina, schiave di un minimarket che procura loro il minimo indispensabile. Dall’altra parte c’è il suo sogno di fare la ballerina e di vivere una vita diversa, c’è il suo tragitto quotidiano in treno fino a Torino, dove studia e compie i primi passi verso una carriera difficile ed effimera.

Nella sua storia ci sono amici con cui condivide la pendolarità, altre persone con cui sogna di sfondare, altre ancora con cui intreccia relazioni solo in parte sentimentali. Ciò che conta è la musica e la possessione che lei sperimenta sul palco. C’è un’audizione per il primo spettacolo importante, c’è la fatica delle prove e la magia del debutto. Ci sono tutti gli attimi che lei fotografa con cura, la sua vita.

I capitoli non hanno un titolo o, meglio, lo hanno tutti uguale. Tre puntini di sospensione che vogliono sottolineare “l’istantanea” di ogni momento vissuto in questa avventura. Tante polaroid che compongono un mondo in cui lei deve vivere la sua adolescenza, il suo sogno nel momento in cui la vita le permette almeno di tentare di realizzarlo.

Ad accompagnare la sua avventura c’è una colonna sonora, venti brani che riportano a quegli anni e che potrebbero essere usati nelle eventuali presentazioni, creando eventi live unici e irripetibili.

Il genere è narrativa, può essere visto come memoir più che come romanzo di formazione. Ad apprezzare maggiormente il testo, finora, è stato un pubblico femminile, (anche di persone del settore dell’editoria) prevalentemente adulto.

Il romanzo ha partecipato alla scorsa edizione del Premio Calvino. Punto di forza, secondo il comitato di lettura, è la leggerezza che sfiora l’edonismo. La ripetitività descritta nell’alternarsi tra una vita e l’altra, in un certo qual modo voluta appunto per sottolineare il sentito della protagonista, sembra invece il punto debole.

Essendo fortemente autobiografico, il materiale non mi è mancato.

Iniziato come un esercizio per affrontare la pagina vuota – scrivendo la prima cosa che mi veniva in mente – ha subito preso forma come un tributo alla danza e a ciò che ha significato nella mia vita, con tutti gli episodi “puri” che ho vissuto nel tentativo di realizzare quel sogno, sopravvivendo a tutto il resto. I personaggi di contorno sono stati rimescolati tra loro onde evitare che qualcuno pensasse di ritrovarcisi. Così anche i tempi e i luoghi sono romanzati, ma veri.

Scheda libro

Gli Attimi in cui Dio è musica, Lettere Animate 2014

Formato ebook, a partire da 1,99€

Formato cartaceo, prezzo di copertina 10€

Acquistabile

http://www.amazon.it/Gli-attimi-cui-Dio-musica-ebook/dp/B00IJ36AXQ/ref=pd_rhf_gw_p_img_14?ie=UTF8&refRID=1X6FCBWHYTDY39KQ1ZJG

Racconti

La caccia

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All’interno di un privè, Wendy, da abile cacciatrice, sta cercando qualcuno. Mentre vaga tra uno scenario e l’altro, nell’eccitazione che le ruota intorno, riesce a individuarlo e ad attirare la sua attenzione. Lui è Michael, il vampiro che sta cacciando e che deve eliminare. Ma la notte avrà dei risvolti inaspettati, perché Wendy cadrà nel più appagante fallimento della sua carriera.

Racconto erotico di circa 20 pagine, il primo di una serie, incentrato su una setta di cacciatori di vampiri e le loro missioni non sempre riuscite.

Scheda

La caccia, collana “Carnet erotique” per Lettere Animate, 2015

Formato ebook, offerta estiva a 0,49€

Acquistabile

http://www.amazon.it/Caccia-Carnet-%C3%89rotique-Paola-Ferrero-ebook/dp/B00WA9PAQ8/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1438951749&sr=1-1&keywords=la+caccia+carnet+erotique+paola+ferrero

L’altra donna

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L’incontro tra Loretta e Laura fa scattare la rabbia di Loretta, donna tradita per l’ennesima volta . Eppure Laura non sembra reagire all’aggressione, tanto da rimanere vittima di un incidente. Da quel momento per Loretta e per Andrea inizia un incubo. L’assenza della giovane amante non migliora le cose tra loro, ognuno preso dai propri fantasmi, incapaci di ritrovare l’armonia che c’era in precedenza. Nel silenzio vanno avanti, consumandosi entrambi. Le colpe, l’amore, le solitudini che insieme accompagnano e dividono la coppia. Con un piccolo colpo di scena finale. Storia d’amore e di fantasmi, linguaggio esplicito e introspezione.

Un racconto di 20 pagine che unisce la ghost story al thriller psicologico.

Scheda

L’altra donna, collana “I nuovi brevissimi” per Lettere Animate, 2015

In ebook, offerta estiva a 0,49€ su tutte le piattaforme.

Acquistabile

http://www.amazon.it/Laltra-donna-I-Nuovi-Brevissimi-ebook/dp/B00XM8YLCU/ref=pd_rhf_gw_p_img_14?ie=UTF8&refRID=0ZP57RXSC5RA38ZT1NVH

Altre informazioni utili

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Maria Lidia Petrulli e l’infanzia.

Biografia

Nata a Roma il 08/04/1957, residente a Quartu Sant’Elena (CA).

Medico psichiatra e psicoterapeuta.

Appassionata di storia e mitologia celtica e medievale.

Bibliografia

Viaggio ad Avalon, Pietro Chegai editore, Firenze, 2002

Fara e il suo Cappello, Il Foglio Letterario Ed., 2009

La Realtà e il suo Enigma, 0111Edizioni, 2009

Il Buio Oltre Lo Specchio, 0111 Edizioni, 2010

Il Volto Segreto di Gaia-La Cerca, Edizioni Il Ciliegio, 2013

Il Volto Segreto di Gaia- L’Equilibrio e la Luce, Edizioni Il Ciliegio, 2014

Emilie Sanslieu, Edizioni Il Ciliegio, 2014

Classificata tra i 10 finalisti del concorso letterario Linguaggi NeoKulturali con il romanzo Le Chiavi Del Tempo

2° classificata al premio letterario Città di Dolianova 2014, con la raccolta Frammenti Dimenticati

4° classificata al premio letterario Camuni Graffiti Narrativa, con il romanzo Il Volo Della Libellula

1° classificata premio Il Litorale 2015 col racconto LA BAMBINA CHE VOLEVA ESSERE TRASPARENTE

cover La bambina che voleva essere trasparente

LA BAMBINA CHE VOLEVA ESSERE TRASPARENTE

ANTOLOGIA

PREFAZIONE DELL’AUTRICE

Nulla di quel che viviamo va perduto. Un’immagine, un odore, una parola sussurrata e appena udita, tutto va a finire nel calderone della memoria, fra gli ologrammi che si imprimono come tanti puzzle scomposti. Finché un evento anche banale, un pensiero, una scena rievocata, fa scattare una delle tante serrature, e allora tutto torna, ci svolazza intorno, si depone ai nostri piedi e l’immagine, l’esperienza originale si propone sotto una veste del tutto nuova. Imprevedibile.

Nascono così questi racconti, dove passato, presente e futuro stringono fra loro un’alleanza, elementi fondamentali del tempo che non trascorre come pensiamo, un tempo capace di fermarsi e di aspettarci. Finché ce ne sia bisogno.

Maria Lidia Petrulli

ESTRATTO 

Quando divento trasparente, posso finalmente rilassarmi e dedicarmi alla mia passione: osservare. Mi piace osservare tutto, da un paesaggio alle scene per la strada, ma soprattutto mi interessa spiare gli adulti. Perché sono speciali, una fonte continua di sorprese. Mi incuriosiscono le smorfie sulle loro facce mentre discutono e tentano di imporre le loro idee, o di dimostrare quanto queste siano migliori delle altre, perché i grandi non lo sanno, ma le smorfie mostrano quello che pensano e che provano davvero, anche quando mentono e credono che gli altri non se ne accorgano. In effetti, non credo che siano molti gli adulti capaci di leggere il significato delle smorfie. E poi mi piace tantissimo vedere come arrotolano la lingua nella bocca, la maniera che hanno di impostare le labbra se devono annunciare qualcosa che credono importante, come accavallano la gamba, come la rimettono giù per accavallare l’altra. Mi diverte il modo con cui schizzano gli occhi a sinistra e a destra per accertarsi che gli altri li stiano guardando, non importa chi, basta che ci sia qualcuno che lo faccia. La mimica degli adulti è un’opera teatrale. Io me la godo tutta, come se fossi al cinema. È stato grazie alle mie osservazioni se sono giunta a una verità indiscutibile: gli adulti detestano passare inosservati, per loro essere trasparenti è il peggio che gli possa capitare. Significa non esistere.

L’IRIS ALBINO (estratto)

L’indaco degli iris di mare punteggiava la sabbia bianca, si intrecciava con i tentacoli polposi di quelle che lei chiamava rose del deserto, e Alisanna si chinò a osservare i loro steli impettiti come soldatini, che terminavano con quella corolla che ricordava una corona. Fra i tanti, ce n’era uno diverso, un piccolo iris albino. Sembrava così fragile e alieno. Alisanna lo sfiorò con le dita e pensò che avrebbe potuto sfilarlo facilmente dalla sua alcova fatta di granelli e cristalli di quarzo, le radici non avrebbero opposto resistenza e lei l’avrebbe messo a seccare fra due fogli di carta assorbente, per poi infilarlo fra le pagine di un libro. Invece lo lasciò dov’era.

Quell’iris solitario in mezzo all’indaco, era la perla rara che doveva ispirare i sogni, il vento che doveva soffiare via i momenti che stagnano, ma che nessuno dovrà mai trovare o cercare di arrestare, imprigionare o imbrigliare, re del suo reame di cose preziose e singolari, quelle che apprendono la bellezza della diversità.

Alisanna si allontanò saltellando e canticchiando una canzoncina, verso l’orizzonte e con il pallone recuperato in mano. Correva sulla riva, schizzando con i piedi nudi la spuma della risacca, senza mai perdere di vista il cormorano che galleggiava sulle acque quiete, né il cirro bianco che la seguiva come un aquilone.

Un aquilone. Un paio d’ali con cui fare a gara con le aquile, una scheggia di colore lanciata nell’azzurro per indicare la sua presenza: “Sono qui, esisto anch’io, sono un punticino, una girandola, una corolla d’iris, e ho il mio regno, si trova in fondo al mare, laggiù, nella città dimenticata dove nascono le sirene”.

I BAMBINI DELLA LUNA (estratto)

Io non ho capito perché ci odino tanto da volerci distruggere, non ci eravamo mai incontrati prima di allora. Qualcuno mi ha detto “perché siamo diversi”, ma io non ho visto nessuna differenza fra noi e loro. Non capisco il significato di parole come “etnia”.

Ricordo che non riuscivo più a muovermi, di aver pensato che non ero io a decidere, che per me avrebbe deciso il destino. Per un momento ho cessato di esistere.

Poi lei mi ha strappato al caos, la mia barca senza rotta, il mio timone, mi ha conteso con la morte e non ha lasciato la presa, tenace come solo le madri sanno essere, e non si è più guardata indietro, forte della scintilla di vita accesa nel suo ventre. Il suo cuore singhiozzava i piccoli fiori che le erano stati strappati e l’amore che li aveva generati, ormai ridotti in frammenti di carne senza più forma, senza un corpo da seppellire e poi piangere; ma lei ha girato le spalle al dolore, non gli ha permesso di strapparle il futuro, oltre al passato. Si è aggrappata alla mia mano, virgulto che teme di perdere l’unica bussola che gli è rimasta, e al germoglio annidato nelle sue viscere. È andata avanti.

http://www.ibs.it/code/9788864663012/petrulli-m-lidia/bambina-che-volava-essere.html

Nadia Boccacci e le “altre” sfumature di grigio

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I colori che ho dentro

Autrice: Nadia Boccacci

Casa editrice: Butterfly Edizioni

Pagine: 176

Costo: 12,90 €

Link:

http://www.amazon.it/I-colori-che-ho-dentro-ebook/dp/B00QXUYWZ0

https://autoributterflyedizioni.wordpress.com/nadia-boccacci/

Sinossi

Grigio: l’incertezza di Gemma e i dubbi a proposito di Marco, il ragazzo che ama ma che la tradisce. Giallo: ia di Gemma e i dubbi a proposito di Marco, il ragazzo che ama ma che la tradisce. l caldo ricordo di tata Armida, l’odore del tè e dei biscotti, le fiabe con le quali allietava una Gemma bambina. E poi il blu cupo dell’addio a Marco e il rosso tumultuoso di un nuovo incontro: quello con Pierre, artista pieno di talento ma anche di segreti. Sul fondo, le tinte accese di un’assenza che ha segnato la vita di Gemma e che ancora brucia come una ferita aperta: l’allontanamento di sua madre e il continuo ondeggiare tra nero e bianco, rancore e perdono.

Con una narrazione che è poesia dei colori, Nadia Boccacci ci insegna che siamo i soli padroni di noi stessi e che solo noi possiamo decidere se lasciarci trasportare dalla corrente o se vivere tutte le nostre sfumature, anche quelle più cupe. In fondo, come Gemma scoprirà, niente è nero per sempre: bisogna solo trovare, nel fondo di sé, il coraggio di vivere a colori.

Estratto – Grigio

Oggi mi sento terribilmente e inesorabilmente grigia.

Grigia come la nebbia, come il cielo d’autunno e come le nuvole gonfie di pioggia.

Perdura in me la sensazione di questa tinta triste e indefinita, informe, eppure miscela di due estremi formidabili e unici, il bianco e nero.  Sono grigia e senza forza. Trasparente agli occhi del mondo, sola e spenta in mezzo alla folla ridente, insipida e insulsa, priva di slancio e di entusiasmo.

Grigia come l’acqua del mare in una giornata senza sole, che si tinge del cielo plumbeo e minaccioso riflettendo passivamente i colori dell’esterno. Grigia come la mia anima stanca, senza più impulsi di vita, tristemente abbandonata a una malinconia senza pari.

Ho visto Marco da lontano, in facoltà.

Sono sicura che i suoi occhi siano caduti su di me, anche se per un solo attimo fugace, ma poi sono fuggiti oltre, insensibili ai miei, che erano invece accesi e attenti.

La gente mi passa accanto indifferente, sfuggo senza volerlo alla sua attenzione, sono insipida, grondante di una mediocrità indefinita che mi rende invisibile a ogni sguardo.

Nessun colore vivo dipinge la mia essenza, in questo momento devastante, e il grigiore inesorabile mi pervade.

Non riesco a far emergere alcuna tinta vivace dalle profondità della mia anima, e continuo a riflettere il grigio plumbeo che mi circonda, come l’acqua del mare trasparente che ruba i colori al cielo.

Sono frutto di un’illusione ottica i suoi toni azzurri e scintillanti nelle giornate soleggiate, come il suo nero cupo nella notte.

Non è il mare, non è la sua acqua, ad avere quei colori. No, è il cielo. Ed io mi sento nello stesso modo, grigia o luminosa, brillante o plumbea, nera o bianca in rapporto agli eventi esterni.

Tutto dipende da lui, da ciò che mi ha fatto, da come mi ha trattato. Gioisco o muoio di dolore in relazione ai suoi movimenti, ai suoi sguardi, ai suoi sorrisi. L’arco disegnato dalle sue labbra è responsabile del mio umore. E oggi sono grigia di lui.

Biografia artistica dell’autrice

Nadia Boccacci è nata il 17.08 1968 a Colle di Val d’Elsa ( Si ) , dove vive tuttora.  Laureata in Lingue e letterature straniere, insegna italiano e inglese in una scuola primaria e tiene corsi di scrittura creativa nelle scuole secondarie.

Ha pubblicato tre romanzi  ( “Uno sguardo perso nel vuoto”, Albatros, “ In viaggio con te”, Butterfly  Edizioni, “I colori che ho dentro”, Butterfly Edizioni  ) e racconti in antologie diverse, fra cui “ Come se non fosse amore”, “ Ali di farfalla” e “Se c’è un’età”, che hanno ricevuto numerosi consensi di pubblico e di critica.

Ha studiato dizione e recitazione: ha fatto parte di compagnie teatrali interpretando personaggi di diverso spessore, ha partecipato a eventi di vario tipo e  a trasmissioni radiofoniche e televisive, in qualità di scrittrice e  “lettrice espressiva”.

“ In viaggio con te” ha vinto nel 2013 il diploma di merito nel prestigioso Premio Alberoandronico.

Attualmente sta scrivendo il suo quarto romanzo.

L’età più bella di Barbara Bolzan

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Romanzo: Rya – La figlia di Temarin

Autrice: Barbara Bolzan

Casa editrice: Butterfly Edizioni, Correggio, 2014

Pagine: 292

Costo: 15 €

Link di acquisto:

http://www.blomming.com/mm/ShopButterflyEdizioni/items/rya-la-figlia-di-temarin?page=1&view_type=thumbnail

Booktrailer:

https://www.youtube.com/watch?v=Th7NiXh9igw

Sinossi

Foresta di Mejixana. Una ragazza, ferita e sporca di sangue, è accasciata sull’argine del fiume. Nemi, il capo dei ribelli di Mejixana, la prende tra le sue braccia e la porta con sé al villaggio. Ancora non sa che la ragazza che ha salvato è Rya, sorella minore della regina di Temarin e moglie del sovrano di Idrethia. Sarà lei stessa a svelare la sua identità a Nemi e a proporgli un accordo che le permetta di ricongiungersi col marito. I due si mettono in viaggio ma il pericolo e l’ombra di Niken, vecchia conoscenza di Nemi e criminale ricercato, incombono su di loro e giungeranno a intralciare il loro cammino.

Estratto

(Alsisia dice sempre che, in un mondo dove sono gli altri a decidere per noi, è ben raro che ci sia concesso il lusso di sbagliare. È indicativamente vero. Se non altro, è stato vero per lei.

Vorrei aggiungere: gli altri possono anche decidere per noi, ma non manovrano del tutto le nostre esistenze. E questo è stato vero per me.

Credo che, a condurmi qui, sia stata la mia incapacità di lasciare che il destino seguisse una strada già tracciata in precedenza. Il lusso di sbagliare mi è stato concesso. Diciamo pure che me lo sono accaparrato a viva forza, e non senza danno. Più volte. A differenza di Alsisia che, in vita sua, ha commesso un solo errore. Ma è stato sufficiente.

Eppure, non prova rimorso. Non è toccata dal senso di colpa. La sua coscienza è pulita. Me lo ha ripetuto talmente tante volte che ho finito per crederle. Niente la tormenta e, di notte, dorme tranquilla, conscia del fatto che, comunque vada, le cose si risolveranno per il meglio.

Perfino in questo momento! È certa che, forse già stasera, lei e suo marito Strevj potranno ritrovarsi, sedersi davanti al fuoco e ridere di tutto questo.

Vorrei avere la sua sicurezza. Per tutta la vita non ho desiderato che di assomigliarle in tutto.

Ma siamo diverse. Indiscutibilmente diverse. E questo ha segnato le nostre vite.)

All’inizio di tutto, c’è un uomo. C’è sempre un uomo.

Nemi si faceva largo tra gli arbusti, procedendo sul terreno sconnesso e limaccioso. L’acquazzone lo costringeva ad avanzare a testa china, col vento che gli sferzava il volto e rendeva le gocce di pioggia pungenti come spine.

Nonostante tutto, le sue labbra accennavano a tratti un sorriso.

Tornava a casa.

La ragazza lo seguiva inerme, lasciandosi guidare. Era scalza e barcollava. Già due volte, inciampando, era caduta a terra. In entrambe le occasioni, era rimasta lì, immobile, nel fango. Ora Nemi la trascinava dietro di sé tenendola saldamente per il polso, strattonandola di tanto in tanto.

“Siamo quasi arrivati!” le gridò, sfidando l’ululato del vento.

“Ancora un piccolo sforzo.”

Lei rimase in silenzio.

Lei ero io.

Romanzo: L’età più bella 11692999_10207407484494598_2071816299_n

Autrice: Barbara Bolzan

Editore: Butterfly Edizioni, Correggio, 2014

Pagine: 230

Costo: 14,00 €

Link di acquisto 

http://www.blomming.com/mm/ShopButterflyEdizioni/items/let%C3%A0-pi%C3%B9-bella

Booktrailer:

(a cura di Red Velvet Graphics)

https://www.youtube.com/watch?v=5XMwzTi8RKM

Sinossi

Caterina è una sedicenne come tante: studia, esce con il suo ragazzo Maurizio, partecipa alle feste degli amici. La sua vita cambia improvvisamente quando, dopo un’interrogazione, sviene e cade, battendo la testa. Quello è solo il primo di una lunga serie di episodi simili: il cuore che batte più forte, il calore nel viso, la caduta. Inizia così, per Caterina, un inferno fatto di ospedali, esami invasivi, infermiere pettegole, dolore e, soprattutto, incertezza. Emarginata dai compagni, amata ossessivamente da Maurizio, Caterina dovrà affrontare la diffidenza dei medici e la malizia di chi crede che ogni suo malessere sia pura finzione. Con una prosa piena, intensa e ricca di preziose citazioni letterarie, Barbara Bolzan traccia il profilo di un’adolescenza vissuta nell’incertezza e nella paura, sulla quale troneggia una malattia poco conosciuta e ancor meno compresa: l’epilessia.

Estratto

La realtà è che ci sente normali. Ma non sempre.
La realtà è che spesso va tutto bene. Ma non sempre.
Può essere a causa di una patologia, di una disposizione d’animo, o semplicemente di un malessere passeggero. A te che stai leggendo vorrei dire anche: non c’è nessun fantasma che non venga prima o poi chiamato col proprio nome e quindi sconfitto. Anzi, vorrei dirti che proprio non c’è nessun fantasma. C’è una persona – tu –, e non sei un’unità solitaria nello spazio cosmico. Le persone sono sempre un lieto fine.
Tutti abbiamo il nostro personale Calvario da attraversare.
Uscire e camminare per il purgatorio, credimi, non è facile.
Ma fattibile.
Niente rappresenta davvero un ostacolo insormontabile.
Dopotutto, si può sempre volare. Come un’aquila o come una farfalla.
L’importante è volare.
Sempre.

Biografia

Barbara Bolzan è di Milano, tiene corsi di scrittura creativa nei licei e, attualmente, collabora come editor e illustratrice con diverse realtà editoriali. I suoi volumi hanno ottenuto importanti riconoscimenti letterari. Rya – La figlia di Temarin è il primo capitolo della Saga di Rya, romanzo storico-fantastico al quale è molto legata. Con L’età più bella affronta l’ostico problema dell’accettazione (e superamento?) di una patologia socialmente invalidante come l’epilessia. L’ultimo romanzo (un giallo ambientato nel mondo dell’arte e che si rifà a un reale fatto di cronaca) è Il furto dei Munch (La Corte Editore, Torino, 2015).

Per seguire l’autrice:

pagina facebook di Rya – La figlia di Temarin

https://www.facebook.com/pages/Rya-La-figlia-di-Temarin/204826353035184

pagina autore (facebook):

https://www.facebook.com/pages/Barbara-Bolzan/424507624361323

Blog:

http://www.lavetrinadellabolzan.blogspot.it/    

L’autrice Deborah De Lorenzi ci apre le pagine del suo Libro della Vita

Titolo: Il libro della vita

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Autrice: Deborah De Lorenzi

Pagine: 250

Formati e prezzi:

Kindle (2,99 €)

Libro, copertina flessibile (14,98 €)

Link d’acquisto:

http://www.amazon.it/libro-della-vita-Debora-Lorenzi/dp/150551262X/ref=tmm_pap_title_0

Quarta di copertina:

Faith Laveau lavora presso un giornale del Connecticut. E proprio mentre sta stilando un suo articolo accade ancora quella cosa imprevista e incontrollabile. Qualcuno di invisibile, ma non irraggiungibile, pronuncia il suo nome. È un richiamo forte e insistente. Pungente e terribilmente meraviglioso. Questa volta però Faith non resiste e si precipita, nel mezzo di un tornado, al suo piccolo, misterioso villaggio, avvolto dagli arcani della profonda provincia di New Orleans. Qui, insieme con l’inseparabile gemella Stephanie, si trova a scoprire (o riscoprire?) un mondo fatto di vere e proprie arti magiche, le più antiche, le più potenti. Qui l’antica lotta tra bene e male, illuminata dalla seducente luce del Woodoo, si colora di tutte le tinte dell’amore, della passione, del desiderio e della vita. Un baule e un libro sono le colonne su cui si poggia il palcoscenico di una storia decisamente ben orchestrata, capace di offrire improvvise e inaspettate impennate narrative che non lasciano spazio neppure al respiro. Libro squisitamente al femminile (anche Glen, l’antagonista, è una “fascinosa quanto temibile” donna), mette in luce il coraggio, l’intelligenza, la piacevolezza della protagonista. Dal finale inimmaginabile, tutta l’opera è sapientemente condita da un’ironia profonda, tagliente, intelligente. Questo è il quarto romanzo di Debora De Lorenzi. E siamo certi che, come gli altri, sarà un sicuro successo.

Estratto:

Un suono, un profilo, una fragranza, e allora la mia mente corre rapida a cercare lui. Non può trovarlo che tra i ricordi e, nel riconoscerne il dramma, torna a cercarlo lì, nel passato, tra le immagini indelebili che accompagnano ogni mio momento di solitudine, di vuoto, proprio come mi sta accadendo ora. Il mio diario è superfluo, quel che mi serve riesumare è ben impresso dentro me, ben fissato nella mia anima, come l’ultimo istante che abbiamo trascorso insieme, ignari che non ci sarebbe stato un dopo.

Pagina personale

https://www.facebook.com/DeboraDeLorenziWriter?fref=ts&__mref=message_bubble

Pubblicazioni
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Le “tentazioni” di Argeta Brozi

Continuano le nostre segnalazioni di lettura. Oggi vi suggeriamo di dare un’occhiata a questo romanzo; anche perché Argeta è la mia editrice, anzi “editora”, così, giusto per restare in tema… 😉

Titolo: Tentazioni

Autore: Argeta Brozi

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Casa editrice: Newton Compton

Data pubblicazione: 2 luglio 2015

Prezzo: 4,90 €

e-book: 3,99 €

Sinossi: Ylenia ha venticinque anni ed è già profondamente delusa dagli uomini. Non crede più nell’amore e non ha alcuna fiducia nel genere maschile. Proprio per questo decide insieme alla sua amica Laura di prendersi una rivincita: sedurre i fidanzati delle ragazze che si rivolgono a lei per mettere alla prova la fedeltà dei loro uomini. Comincia tutto come un gioco eccitante, condito da un pizzico di pericolo e spregiudicatezza, ma Ylenia non tarda a rendersi conto che chi scherza col fuoco rischia di bruciarsi… E poi c’è Brian. Un incontro casuale, praticamente amore a prima vista. Ylenia tenta con tutte le proprie forze di ignorare i suoi sentimenti, per evitare l’ennesima delusione, ma l’attrazione è tale che non riesce a resistergli. E proprio quando le sue difese cominciano ad abbassarsi, anche lui, come tutti gli altri, si rivela un ragazzo da cui è meglio stare alla larga. Ylenia è a pezzi, ma c’è ancora un sogno a tenerla viva, ad aiutarla a continuare a sperare: New York…

Biografia: Argeta Brozi è nata il 12 aprile dell’85 sotto il segno dell’ariete, a 8 anni la sua passione per la lettura la fa avvicinare al mondo della scrittura. A 9 anni sa già cosa vuole fare da “grande”: la scrittrice. Comincia ben presto: a 9 anni scrive le prime poesie e i primi romanzi (anche se mai terminati). A 15 anni pubblica sotto pseudonimo su Top Girl. A 17 anni ha già un vasto repertorio: circa 800 poesie e qualche racconto breve. Decide di lanciarsi nei primi concorsi letterari senza raccontare a nessuno di questa sua passione. Risulta vincitrice dal primo concorso. In seguito farà altri concorsi letterari ottenendo sempre buoni risultati, classificandosi ai primi posti e pubblicando le sue innumerevoli poesie e racconti in varie antologie. A 19 anni, nel giro di un anno, ha scritto 120 racconti brevi. A 23 anni termina 3 romanzi e ne inizia altri 4. E’ laureata in Psicologia e si occupa di editoria dal 2007. Il suo libro d’esordio “Prendimi l’anima” (Gruppo Albatros il Filo, 2007) ha ricevuto grandi consensi di pubblico ed è arrivato alla 6° ristampa. Del 2009 è il suo secondo libro “Quell’emozione dietro l’angolo del cuore” (Montedit), terzo classificato a un concorso. Con Butterfly Edizioni ha pubblicato il romanzo “Al di là di te”. Con la Newton Compton ha pubblicato “Tentazioni”, un romance che ha scalato le classifiche raggiungendo diverse migliaia di lettori. Ha tenuto per un anno una rubrica “Nuvole di scrittura” sul giornale tosco-emiliano, distribuito in 15000 copie sul territorio. E’ appassionata anche di fotografia. Da aprile 2012 fino al 2014 ha condotto il programma radiofonico “Carezze d’inchiostro” su C-You.TV, un programma dedicato alla cultura e al mondo dei libri.

Link Ufficiale: http://www.newtoncompton.com/libro/tentazioni

Il silenzio dell’amore di Rujada Atzori

Oggi inauguriamo una nuova rubrica dedicata agli esordienti: perché Letterando non dorme mai! Non sono poche le pagine virtuali che questo blog dedica agli scrittori esordienti, ma ci è sembrato giusto creare uno spazio facilmente fruibile, dove il lettore può trovare tutti i riferimenti di cui ha bisogno in modo snello e immediato.

Iniziamo con Il silenzio dell’amore di Rujada Atzori.

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Modalità pubblicazione: autopubblicato

Data pubblicazione: 18 giugno 2015

Pagine: 93

Prezzo: 0,99 cent

Altre informazioni: a breve anche in cartaceo

Sinossi:

«Magari riesco a farti dimenticare Stefano…» sussurra accanto alle mie labbra. Abbasso lo sguardo soffermandomi sulla sua bocca, ho una voglia incredibile di sentirla sul mio corpo. «Non c’è riuscito nessuno, non ci riuscirai nemmeno tu…»

Niky è innamorata da sempre del suo migliore amico, Stefano, ma per paura di rovinare la loro amicizia tace. Il silenzio dell’amore ha il costo della sofferenza. Prigioniera dei suoi sentimenti cerca di soffocarli, prima in relazioni sbagliate e poi con il sesso occasionale. In una notte di passione conosce un uomo misterioso che vuole abbattere i suoi silenzi scavalcando il muro dietro cui si difende. Niky si troverà a fidarsi di uno sconosciuto dal fascino magnetico. Può l’amore di sempre, puro e incondizionato, venire offuscato dalla passione? Rujada Atzori ci parla dei silenzi dell’amore, quelli che si bloccano nel cuore tacendo verità che potrebbero cambiare il corso del nostro destino. Per ricordarci che anche i silenzi hanno un suono…il suono dell’amore.

Estratto:

Mi lascio andare a un pianto liberatorio, forse. Ma non libera niente. Mi sento male. Vorrei non averlo mai amato così tanto, vorrei non essermi mai innamorata di lui, vorrei non essere così debole. Non sono mai riuscita a dimenticarlo, è sempre stato nel mio cuore, dal primo giorno. Chissà se mi passerà mai, chissà se un giorno ci penserò e sorriderò di questo amore, chissà se riuscirò mai ad andare avanti. Credevo che l’amore rendesse felici, liberi. Credevo che l’amore fossero sorrisi ogni mattina. Credevo che l’amore fosse mangiare senza paura di ingrassare. Credevo che l’amore fosse magia. Credevo che l’amore fosse ridere a crepapelle, sentirsi sempre a un metro da terra. Credevo che l’amore riuscisse a fare tutto, anche le cose più improbabili. Credevo che l’amore fosse guardarsi e capirsi senza tante spiegazioni. Credevo che l’amore guarisse ogni male. Credevo che l’amore facesse scoppiare il cuore di emozioni. L’amore non è niente di tutto questo. L’amore è bastardo. T’illude, ti spegne. Mi asciugo con rabbia le lacrime e prendo la bottiglia di vino bevendo un lungo sorso. Non m’importa cosa succederà dopo, non m’importa se mi sentirò così male da vomitare tutta la notte, voglio solo che questo dolore, questo vuoto che sento all’altezza del petto, questo vuoto che mi squarcia il cuore in mille pezzi, sparisca. Voglio solo che sparisca. Tutto. Ricordi, risate, abbracci, baci, sguardi, carezze, parole non dette. Voglio che sparisca tutto dalla mia mente, dai miei ricordi.

Biografia:

Rujada Atzori è nata il 27.02.1990 e abita in Sardegna. The secret una scommessa d’amore è il suo primo romanzo pubblicato con la Butterfly Edizioni il 25 agosto 2014. Nell’aprile del 2015 decide di autopubblicarsi mettendo online il suo racconto: Un cameriere solo mio nella mia vita (im)perfetta, che in un mese e mezzo è stato acquistato da più di duemila persone. A giugno esce con un nuovo racconto: Il silenzio dell’amore, entrando subito nella classifica dei top 100 di Amazon.

Link per l’acquisto:

Il silenzio dell’amore: http://www.amazon.it/Il-silenzio-dellamore-Rujada-Atzori-ebook/dp/B00ZO77HGY/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1434605902&sr=1-1&keywords=il+silenzio+dell%27amore

The secret una scommessa d’amore: http://www.amazon.it/The-Secret-Digital-Emotions-scommessa-ebook/dp/B00N07R0JE/ref=pd_rhf_dp_p_img_4 ( per ora solo ebook)

Un cameriere solo mio nella mia vita (im)perfetta (ebook e cartaceo): http://www.amazon.it/Un-cameriere-solo-mio-perfetta-ebook/dp/B00VIJTYEA/ref=pd_rhf_dp_p_img_4