Davide Bottiglieri – Le cronache di Teseo

Carissimi amici oggi la famiglia di Letterando si allarga e accoglie un nuovo autore che vado a presentarvi.

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Nome: Abraham Tiberius Wayne (alias Davide Bottiglieri)
data e luogo di nascita: 28 aprile del 1992. Salerno (Italia)
segno zodiacale: Toro
blog: Abram Tiberius Wayne
Nonostante la sua giovane età ha già una collezione di riconoscimenti di tutto rispetto:
– Premio Letteratura Italiana Contemporanea nel settembre 2014, indetto dalla Laura Capone Editore con la quale compie il suo esordio editoriale con la silloge Poeti Contemporanei.
– Nel 2014 viene inserito nella collana Riflessi della Pagine Editore.
– Nel maggio 2015 vince il XII Concorso di Poesia d’Amore ” Tra un fiore colto e l’altro donato” indetto dalla Aletti Editore.
– Nel luglio 2015 viene pubblicato nell’omonima silloge.
– Vince il concorso “Cronache dalle terre oscure”,con tre racconti brevi fantasy.
– Nell’agosto 2015 viene pubblicato nell’antologia Felicemente Horror vincendo la selezione proposta dal noto blog letterario Pegasus.
– Sempre nell’ottobre 2015 risulta finalista del concorso “E’ già autunno!” indetto dalla Montegrappa Edizione e viene inserito nella XVII raccolta antologica “Les cahiers du Troskij Cafè”.

Davide è nostro ospite perchè voglio presentarvi il suo libro:

Le cronache di Teseo

Racconti – Edizioni Les Flaneurs

Authore: Abraham Tiberius Wayne (Davide Bottiglieri)

€ 2.99

“Un libro che raccoglie sei racconti dedicati all’eroe greco Teseo. Un fantasy dall’anima ellenica”.

Un libro che raccoglie sei racconti dedicati all’eroe greco Teseo. Un fantasy dall’anima ellenica”.
È proprio così che si presenta questo libro che si legge veloce e con piacere. Davide ci racconta le prove che si trova a dover affrontare Teseo per dimostrare di meritare il trono in successione al padre.
È un viaggio fantastico che l’autore descrive poggiando sulle basi della mitologia classica arricchendo di particolari fantasiosi che ne alleggeriscono il peso e animano di avventura. Molti sono i nomi di dei, semidei, eroi, e altre figure, più o meno moti a tutti, che hanno popolato i racconti epici e che l’autore mette a intralciare il cammino dell’eroe, a volte per aiutarlo nelle sfide altre volte per mettere a prova la sua forza, la sua saggezza, la sua umanità e il suo valore di uomo e di guerriero al fine di forgiare la figura ideale di sovrano. È così che l’autore ci consegna l’immagine di un re esemplare: un sovrano ideale.
Le scene di lotta sono ben descritte e le atmosfere che ne emergono sono in perfetta sintonia con l’epoca riuscendo tuttavia ad evocare immagini fantastiche che scivolano in paesaggi degni della classica narrazione fantasy e quello che io definirei l’universo fantastico.

“La raccolta mira a interessare lettori adolescenti! La mitologia classica è bellissima, tuttavia non sempre la si fa apprezzare a dovere nei licei (io per primo l’ho amata tardi); inoltre c’è da aggiungere che non si tratta di una lettura semplice perché spesso appesantita dagli intervalli filosofici che ne rallentano un po’ il ritmo. Ho provato a riproporre degli episodi che ho trovato affascinanti, in una forma più appetibile all’adolescente di oggi (gli scontri e la violenza non sono mai mancati nell’epica classica), facendo attenzione a non alterare la storia e le caratteristiche del mito: in pratica, ho cercato di trovare una chiave di avvicinamento alla letteratura greca per chi non la digerisce ancora nella sua forma originale”.

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Quindi un libro adatto a tutte le età, molto originale che noi di Letterando consigliamo e vi consigliamo anche di tenere d’occhio questo autore emergente che non mancherà di regalarci ancora sorprese e successi.

GIUSEPPE DI BATTISTA, autore di: L’ALBA DI UN GIORNO NUOVO.

Giuseppe Di Battista

Giuseppe Di Battista

Carissimi amici di Letterando oggi ho il piacere di presentarvi Giuseppe Di Battista, un autore davvero simpatico. Leggendo le sue note non ho potuto che sorridere e mi sono sorpresa ad annuire spesso trovandomi d’accordo con le sue considerazioni. Il percorso che intraprende un autore emergente è formato da numerose tappe alle quali si arriva rimbalzando da una delusione all’altra sperando di infilare prima o poi la buca giusta pur senza crederci troppo. A fare gli autori, di questi tempi, si finisce col diventare filosofi, mi viene da dire. Bene, allora ecco cosa ci racconta di se Giuseppe (nome d’arte Joe Diba) in questa “autointervista” che simpaticamente ci regala

L'alba di un giorno nuovo

L’alba di un giorno nuovo

L’INTERVISTA ALL’AUTORE DELL’ALBA DI UN GIORNO NUOVO.

“MI E’ VENUTA L’IDEA DI UN’ INTERVISTA IMMAGINARIA TRA LE DUE ANIME DI ME STESSO.

GIUSEPPE DI BATTISTA INTERVISTA JOE DIBA SCRITTORE ALTER EGO AUTORE DEL ROMANZO.

COSI’, MI SONO DIVERTITO A FARE QUESTO GIOCO DELLE PARTI. “

GDB: Parlami della tua ultima opera L’alba di un giorno nuovo.

JOE DIBA: E’ un romanzo che ha avuto una lenta incubazione, Per spiegare il percorso che ha visto l’idea, la creazione e la finalizzazione di questo romanzo devo raccontare alcune cose di me.

GDB: Sono qui per questo, ti ascolto.

JOE DIBA: La mia attività di scrittore è cominciata nel 1993, dopo che due episodi mi hanno segnato la vita, uno negativo e l’altro positivo: la morte di mio padre in seguito ad una malattia, e la lettura de ” LA PROFEZIA DI CELESTINO” di James Redfield. Ho scritto un noir dal titolo IL SAPORE DELLA NOTTE. Ho partecipato a diversi concorsi e li ho fatti valutare da innumerevoli case editrici, ma non è andata bene. Sappiamo tutti come è difficile riuscire a farsi pubblicare. Per anni ho mollato un po’ la presa, poi ho deciso di proseguire a scrivere per il piacere di farlo e di autopubblicarmi, così recentemente ho partecipato al TORNEO LETTERARIO DI “IO SCRITTORE”, in cui mi sono divertito e ho ritrovato la voglia di scrivere, ed è in quel momento che è nata l’idea che ha ispirato L’ALBA DI UN GIORNO NUOVO…

GDB: E quale sarebbe questa idea?

JOE DIBA: Volevo unire il piacere di scrivere al mio percorso interiore, e di approfondire la conoscenza di alcuni temi esistenziali e dei misteri universali condividendoli con gli altri. Il romanzo così ha cominciato a prendere consistenza.

GDB: Beh, un po’ tutti gli autori scrivono per questo e amano farsi leggere.

JOE DIBA: Si è vero.

GDB: E allora dov’è la novità?

JOE DIBA: Il mio scopo è un po’ più profondo. Credo di avere raggiunto LA CONSAPEVOLEZZA e ciò mi ha aiutato a capire molte cose della vita e in parte anche il suo senso e voglio condividerlo con gli altri, non facendoli passare come verità assoluta ma confrontandomi con le esperienze degli altri. Anche perché ognuno di noi ha il suo OLEOGRAMMA DI VITA tutte le esperienze sono uniche e soggettive.

GDB: Credo di aver capito ma non voglio rovinare la sorpresa a chi leggerà il romanzo.

JOE DIBA: Ti ringrazio per questo. Poiché il romanzo è una specie di trhiller e molte rivelazioni vengono svelate capitolo dopo capitolo. Non voglio essere irriverente con il paragone, né essere presuntuoso ma L’ALBA DI UN GIORNO NUOVO è una via di mezzo tra la PROFEZIA DI CELESTINO ed il CODICE DA VINCI.

GDB: Wow, se le aspettative vengono rispettate è un romanzo da divorare.

JOE DIBA: Chi è interessato a leggerlo, lo potrà trovare in versione cartacea sul sito “IL MIO LIBRO” e presto può ordinarlo in qualsiasi libreria Feltrinelli, ed in versione e-book sul sito “LULU”. Per chi vuole approfondire i temi inerenti al romanzo, visiti il mio blog su libero ” IL VIANDANTE: VIAGGI NELLA FANTASIA.

GDB: Grazie per le informazioni e buona fortuna.

Grazie davvero Giuseppe/Joe. Ora che hai seminato una sana curiosità in noi che leggiamo di te, di te vogliamo sapere di più:

BIOGRAFIA. Giuseppe Di Battista (Joe Diba-pseudonimo) nasce il 24 gennaio del 1965 a Gonesse (S. et O.) in Francia da genitori italiani emigrati per lavoro. Trasferitosi a Torino, dove vive tuttora, frequenta le scuole dell’obbligo e poi frequenta l’istituto per geometra. Dopo il servizio militare entra alla Fiat e ci resta per quasi sei anni con diverse mansioni, da operaio generico a conduttore d’impianti di linea e infine collaudatore di vetture su strada, pista e rulli. Dopo la morte di suo padre a causa di un male incurabile Giuseppe entra in crisi e lascia la Fiat per andare a lavorare in un magazzino di ricambi. La tragedia della morte del padre lo porta a percorrere un percorso spirituale, comincia così la ricerca alle domande esistenziali. Si avvicina alla New Age, rimanendo fulminato dalle letture de “La profezia di Celestino” e “L’alchimista”. Sempre in questo periodo comincia la sua attività di scrittore e nasce così il suo primo romanzo “il sapore della notte” un noir che ha molti spunti autobiografici, seguito da “specchietto per le allodole” un thriller alla Die Hard, e Arma Letale. Un’operazione ambiziosa anche perché lo costringe a fare diverse ricerche e studi, poiché Giuseppe non è mai stato a New York, dove è ambientato il romanzo (Salgari insegna che si può scrivere con successo e attendibilità anche di luoghi mai visitati). Partecipa con questi due romanzi al premio letterario L’AUTORE con entrambe le opere, non vince ma gli viene proposta una pubblicazione con partecipazione. Giuseppe non accetta per motivi finanziari ma anche di principio, poiché se qualcuno offre un servizio, in questo caso, una storia da fare leggere, deve essere pagato e non pagare. Ecco che così negli ultimi tempi Giuseppe Di Battista decide di auto pubblicarsi, e nasce la nuova opera letteraria “l’alba di un giorno nuovo”. Ormai quarantanovenne sposato, con un bambino di sei anni e con un lavoro abbastanza sicuro come magazziniere da più di quindici anni, Giuseppe se non viene pubblicato se ne fa una ragione e scrive solamente per il piacere di farsi leggere. Attività recenti:

partecipa alle preselezioni per il talent sulla scrittura Masterpiece in onda su Rai tre, ma senza fortuna.

Ha partecipato a “Io Racconto”, a Pesaro e ad altri concorsi letterari per romanzi e racconti, alcuni ancora in corso, tra i quali questo di Casa Sanremo writer. http://blog.booksprintedizioni.it/news/item/678-thriller-a-casa-sanremo-writers L’alba di un giorno nuovo è stato auto pubblicato su Il mio libro e con codice ISBN su La Feltrinelli. Ha scritto due raccolte di racconti: Veli nella realtà e Joe Diba, il Narratore. Specchietto per le allodole fu scritto e terminato più di 20 anni fa, inviato a varie case editrici, ha avuto una buona valutazione da parte di una casa editrice prestigiosa, che però ha consigliato alcuni miglioramenti, e una variazione nel finale. Ripreso negli ultimi tempi da Giuseppe che ha fatto tesoro dei consigli ricevuti, questo thriller ha avuto una seconda vita. L’autore ha variato anche il titolo in Blackout-tutto ebbe inizio quella notte…, che gli ha portato fortuna, poiché fa parte dei 19 finalisti di Casa Sanremo Writer 2014.

Un percorso di tutto rispetto, mi inchino alla perseveranza, alla tenacia e alla capacità che dimostri nel saper distillare gli insegnamenti positivi da ogni esperienza quindi, ora ci regali una perla della tua saggezza?

Ragazzi i giudizi sono soggettivi e lasciano il tempo che trovano. Non bisogna abbattersi per un brutto giudizio, né esaltarsi per uno positivo. Si cerca di isolare il proprio ego e fare tesoro dei consigli del giudicante. Non importa che sia un addetto ai lavori o un lettore qualsiasi, in fondo chi pubblica un romanzo non fa la radiografia ai lettori, ma contano i numeri di vendita, la posizione in classifica e il denaro guadagnato. I concorsi servono per farsi conoscere e in caso di piazzamento per fare curriculum, quindi si prende tutto in modo disincantato. Ho fatto parecchia esperienza in vari concorsi più o meno prestigiosi e la polemica non è mai mancata. A Io scrittore giudicavano gli scrittori in gara basandosi solamente sull’incipit, e vi garantisco erano spietati. A Masterpiece avevamo fondato un gruppo e i commenti erano come qui, acidi, pieni di livore e invidia, ci chiamavano i Rosiconi. Chi vince va sempre sulla graticola. Per concludere a CasaSanremo Writers io sono arrivato tra i 19 finalisti su più di 400 autori, ho fatto un’intervista al Palafiori e mi sentivo quasi un divo. Il mio romanzo era inedito…e tale è restato. Dalle mie parti si dice, finita la festa, finito il brio. Buona serata a tutti.

Buona serata e buona vita a te Giuseppe e un sincero augurio di un futuro carico di soddisfazioni.

Valentino Eugeni mostra ai lettori di Letterando il suo mondo fantastico

foto Eugeni

Salve,

ebbene sì, sono uno scrittore emergente, lo ammetto. Emergente è il termine esatto in quanto bisogna davvero nuotare a rana per uscire dal marasma scrittorio. Cosa dire di me? Sono un programmatore, ex sviluppatore di videogames, con il pallino istintivo della scrittura. Sono marchigiano doc e amo la letteratura fantastica, sarà per via del paesaggio collinare. Mi piace raccontare storie di uomini, con le loro passioni, i loro drammi, l’oscurità e la gloria che può raggiungere l’animo umano, ma sempre incastonate in  un quadro policromo dove la realtà viene alterata, mandata alla deriva nel fantastico. Questo perché credo che il sogno, l’immaginazione, siano le caratteristiche che rendono speciale l’essere umano e mi diletto nell’esplorarle sia da un punto di vista personale, sprofondando nei miei infiniti universi interiori, sia da un punto di vista narrativo mostrando degli squarci di “realtà alternative” e cercando di tratteggiarle in modo che il lettore non legga ma “veda”.

Quella che voglio presentare non è la mia opera prima, semplicemente, è la prima che ho avuto davvero il coraggio di presentare. Tendo a essere un po’ perfezionista… mea culpa.  Ho numerosi scritti sparsi qua e là nel mondo delle raccolte e dei concorsi. “Macchine” e “Time Machine” di Limana Umanìta, per fare un esempio, e sono stato finalista 2014 del concorso Crysalide Mondadori per il fantasy con il mio racconto “E Parthan ci lasciò vivere” ma solo di recente sono riuscito a pubblicare un romanzo “vero” con un editore “vero”.

Il romanzo in questione, che si intitola “La voce di Nero”.  copertina Eugeni

È un noir ambientato in Bretagna, nel quale vediamo intrecciarsi diverse storie nel corso di poche notti. L’umanità non è sola, non lo è mai stata. Esistono altri esseri umani, umani predatori, che convivono con l’umanità “normale” dalla notte dei tempi e si nascondono perché le due razze non possono davvero coesistere: la paura del buio è qualcosa che non si può controllare davvero. I Notturni fanno del loro meglio per nascondersi e mimetizzarsi ma chi è a conoscenza della loro esistenza li vuole studiare, catturare, sezionare, allevare in gabbie di plastica.

Su questo sfondo si dipanano le varie vicende. Madeleine è una mediocre e viziata pittrice parigina che si troverà invischiata in un rapimento e scoprirà, passo dopo passo, una terribile verità su suo padre, di recente stroncato da un infarto. Vladimir, Margaret e Jacopo partono al salvataggio, nonostante tutti i divieti dei clan, poiché credono che la salvezza dei Notturni dipenda da lei. Sarà vero?

Nel frenetico e crescente avanzare degli eventi, mentre affrontano gli agenti di una misteriosa organizzazione di ricerca genetica nei boschi di Paimpont, si scoprono i legami personali, le motivazioni intime che hanno portato i protagonisti in quel preciso punto, così come andiamo a esplorare quanto dolore può sopportare un uomo, cosa si può fare quando si è perso tutto.

Nel frattempo il romanzo viaggia a ritroso nel tempo, raccontando sprazzi di ricordi, tessendo le trame che hanno guidato gli eventi e, nell’epilogo, si conoscerà anche il principio di tutto. Nasce così una storia di amore, di vendetta, di giustizia, da ricomporre pezzo dopo pezzo, come unire i puntini, fino a vedere l’immagine finale che risponde alla domanda: cosa è successo alla voce di Nero?

Grazie a tutti per l’attenzione e spero di ricevere presto numerosi commenti. Vanno benissimo anche insulti, purché intelligenti ed elaborati.

Valentino Eugeni

Dove seguire Valentino

http://www.valentinoeugeni.it/

https://www.facebook.com/pages/Valentino-Eugeni-Scrittore/593698407339593?ref=hl

Dove acquistare il romanzo

http://www.ibs.it/code/9788867335497/eugeni-valentino/voce-di-nero.html

Com’io divenni scrittor: incontro con messer GiamPiero Brenci

Di GiamPiero Brenci.

Da un gradito contatto con Letterando giunge la proposta ch’io “Pasticciatore d’Istorie” ho sempre temuto e temo: un’intervista. Cosa poss’io risponder alle domande imprescindibili: «Perché Lei scrive? E di cosa scrive?». Meglio ch’io ritorni all’inizio lasciando ad altri, ben più colti di me, di trarne lumi e considerazioni se ne avranno voglia e diletto.

A tarda sera mi capitò di percorrere Via dei Calzaiuoli in Firenze verso Piazza della Signoria. S’era al trentuno di ottobre ed una fitta nebbia saliva dall’Arno verso la Cattedrale. Pochi i passanti distratti e frettolosi, dalle figure distorte per tener i cellulari all’orecchio All’angolo con via Orsanmichele, mentre guardavo le nicchie con le loro statue, fui avvolto da una voluta di fumo che odorava di legno e, fors’anche, di castagne arrostite. Urtai un tipo ammantellato, con un basco floscio, che proveniva da via Calimala. Supposi dovesse trattarsi di un burlone mascherato per la notte di Halloween ch’era già iniziata. Chiesi scusa per la distrazione e quello, volgendosi ai due che lo seguivano, anch’essi con mantellette e stivaletti alla caviglia, esclamò con forte accento toscano: «Ed ecco, miei amici, un forestiero. Fors’egli potrà, se lo vorrà, redimer la nostra tenzone». Non v’ho da dir oltre lettore quanto io rimasi interdetto. Doveva esser un “figurante” o un guitto che si prendeva gioco dei passanti e mi guardai attorno per vedere la telecamera di una qualche televisione per uno di quegli spettacoli a sorpresa che tanto andavano di moda.
Ma se v’era doveva esser ben nascosta.

basilisco«Avete voi mai sentito parlar del mitico e perigliosissimo Basilisco?», chiese il secondo passandosi la mano sul mento.

Ed io vidi che aveva le dita macchiate di vernice.

«Ne scrisse Plinio il Vecchio», affermò il terzo togliendosi il cappello a tesa larga e mostrando un gran naso sotto i capelli lunghi e divisi alla sommità del capo.

«Se per questo ne ho scritto anch’io, ma non è questo il contender», precisò il primo che esibiva una fluente barba ben curata e gli occhi scintillanti di una forte curiosità.

E prendemmo a camminare verso l’Arno, ove le volute di nebbia s’andavano infittendo. Parevamo quattro amici che disquisissero per scegliere il miglior ristorante in zona.

«Io ha creder che il Basilisco sia rappresentato dal Donatello mentre combatte con San Giorgio sotto la nicchia in Orsanmichele», osservò l’uomo dal naso prominente.

«Agnolo, non siam qui a disquisir se quel drago sia o non sia il Basilisco».

«Ha ragione il Leo. Anche secondo me il Basilisco non sarebbe solamente un drago capace d’uccider con lo sguardo, o con il morso o con l’artiglio».
«In effetti, caro Botti, con tal nome ci fu uno degli ultimi Imperatori dell’Impero Romano d’oriente», osservò quello chiamato Agnolo.
E ci ritrovammo sul Lungarno ove solo i lampioni emergevano sopra il frusciare dell’acqua.
Mi guardai attorno nella coltre grigia opalescente smossa pigramente dall’aria trascinata dall’Arno: non c’era più nessuno. Con una certa qual fretta tornai indietro che rischiavo di perdere il treno e passai per il Piazzale degli Uffizi. All’eco dei miei passi frettolosi sollevai lo sguardo verso le nicchie che contengono le statue dei geni fiorentini e vi trovai le fattezze di quello che fu pochi minuti prima era stato chiamato “Leo!” Sotto la sua statua era il nome di Leonardo da Vinci. Affrettai di più il passo, ne avevo bastante di un Basilisco, di un Leo, di un Agnolo e di un Botti,
ma la miccia della curiosità era stata accesa. Salendo sul treno m’annotai che l’Agnolo potesse essere Angelo Ambrogini detto il Poliziano e che il Botti, avendo le dita macchiate di vernice potesse esser un pittore. Magari l’Alessandro di Vanni Filipepi meglio noto con il suo soprannome: Botticelli. Giorni dopo tra polverosi libri dell’Archiginnasio inciampai su tal Mastro Zefirano e sulle sue ipotesi sull’identità del Basilisco e da lì iniziarono le Istorie ch’io riportai fedelmente nel mio libro Istorie di un Basilisco (Maglio Editore).

Insomma si potrebbe affermar che non son io che scrivo, ma che son i personaggi che si declamano e raccontano di cosa accadde nella Firenze e, poi, nella Bologna del 1478.

Ma tutto ciò si può dichiarare in un’intervista senza esserne richiusi? Ne dubito ed è per tal motivo ch’io rifuggo dal Basilisco e dalle interviste…..

Gli incauti che volessero seguire la Combriccola del Basilisco possono frequentare ( a loro rischio e pericolo ) il sito http://www.basiliscohistory.it dove attualmente vengono pubblicate delle Videonovelle sulla Saga delle ostarie nella Bologna del 1478, ma queste son altre Istorie…

Una chiacchierata con Paola Pulvirenti

foto paola pulvirenti

Ciao Paola, benvenuta sul blog di Letterando. Prima di iniziare l’intervista ufficiale toglici una curiosità: come ci hai conosciuto?

 

Vi ho conosciuto tramite Facebook. Nel famoso social conosco molti scrittori e ho notato il vostro blog in una bacheca. Sono andata a vederlo, vi ho trovato interessanti e ho deciso di contattarvi. La cosa che mi ha colpito di più è stata la sensazione che ho avuto leggendovi, quella cioè di qualcuno che ha voglia di dare realmente un’opportunità agli scrittori e non di qualcuno che vuole solamente specularci sopra.

 

 

Parlaci un po’ di te, chi sei, cosa fai?

 

Sono Paola, ho 27 anni e scrivo essenzialmente per me stessa. Non saprei dire esattamente perché, per me scrivere è come respirare, qualcosa che ho sempre fatto. Attraverso la scrittura riesco a esternare le mie emozioni dato che, essendo una persona molto timida, ho difficoltà a comunicare i miei sentimenti a voce. Un’altra passione che coltivo da sempre è il nuoto, ma per quello devo ringraziare la mia famiglia e il mio istruttore che mi faceva lezioni private dato che mi rifiutavo anche di entrare in acqua! Amo il teatro e il cinema, mi diletto a scrivere anche sceneggiature, testi per canzoni e, di tanto in tanto, a recitare. Purtroppo attualmente non ho un lavoro stabile, faccio diversi mestieri, una specie di jolly insomma, sempre con la speranza che in Italia venga finalmente eletta al governo la parola Meritocrazia e cada invece la Raccomandazione!

Parliamo del tuo libro, “Il calore dell’amore”, è la tua prima pubblicazione e di cosa parla?

 

È il mio primo racconto breve. La storia parla del piccolo Luca, un bambino che si trova ad affrontare un viaggio durante il quale incontra diverse “realtà” e vari personaggi che lo accompagneranno e lo guideranno spiegandogli l’importanza dell’amore, dell’affetto e dell’amicizia.

 

Qual è il messaggio che vuoi dare attraverso il racconto?

Nel racconto vengono sfiorate tematiche sociali come la violenza sulle donne, l’aborto, la discriminazione ecc. Aspetti visti attraverso gli occhi di un bambino che non capendo prova a ipotizzare risposte alle sue domande ingenue. È un libro che dà molta importanza alle scelte, giuste o sbagliate che siano, e che ricorda che per ogni scelta c’è sempre una conseguenza. Con questo non voglio imporre il mio punto di vista lasciando al lettore la facoltà di scegliere, anche perché un racconto, così come l’ascolto di una canzone, è qualcosa di molto soggettivo e ognuno di noi interpreta i fatti secondo il proprio stato d’animo e le esigenze di quel momento.

Lo stile che utilizzi nel racconto è molto semplice e lineare, ci spieghi i motivi di questa scelta?

Ho voluto utilizzare uno stile molto semplice e comprensibile per due motivi: il primo perché le vicende sono raccontate attraverso gli occhi di Luca che, appunto, è un bambino. Il secondo perché volevo far avvicinare tutti alla lettura. Leggere apre la mente e rende liberi e tutti devono aver la possibilità di farlo senza alcuna distinzione. Motivo per il quale anche il
prezzo del libro è irrisorio: solo 5 euro.

Perché hai scelto il tema del Natale, cosa vuoi rappresentare attraverso la scelta di quest’ambientazione particolare?

Il Natale qui è inteso un po’ come una magia, un Natale che rappresenta la nascita.

Quanto c’è di te in ciò che racconti?

 

Nei miei racconti, anche in quelli apparentemente più lontani dalla realtà, come quelli di fantascienza ad esempio, c’è sempre un po’ di me e della mia vita. Anzi, potrei affermare che è attraverso i miei racconti che mi presento a chi non mi conosce. Curiosando dentro i miei libri, infatti, il lettore potrà ritrovare alcune sfaccettature del
mio carattere all’interno dei personaggi.

 

libro Pulvirenti

La copertina è molto particolare, te ne sei occupata tu?

 

Le immagini e la copertina sono interamente disegnati a mano e sono state realizzate dagli illustratori Corrado e Antonino Sambito. L’immagine è dedicata e ispirata a una ragazza che mi ha sempre invogliata a pubblicare i miei lavori. Lo scopo dell’immagine è soprattutto quella di mostrare attraverso lo sguardo “un cuore veramente buono”, perché è questo che lei rappresenta per me, oltre a moltissime altre qualità illustrate nel libro. Qualità che, a mio parere, se ognuno di noi possedesse anche in piccola parte, il mondo sarebbe decisamente migliore!

Da quanto ho potuto capire dietro questo progetto c’è un gruppo molto giovane.

 

Sì, è vero, il curatore editoriale, Federica Cucinotta, l’editore, Paolo Lombardo e la sottoscritta (Paola Pulvirenti ndr) siamo tutti giovani e abbiamo creduto in questo progetto, l’abbiamo realizzato in amicizia perché è solo lavorando insieme che si ottiene qualcosa.

Dove seguire Paola:

https://www.facebook.com/paoletta.polly.75