La Fiera delle Parole contro Bitonci – atto unico

 

Antefatto
PADOVA. Nel documento di programmazione attività culturali allegato al bilancio di previsione 2016 manca la Fiera delle Parole, non è prevista, cancellata!, dimenticata? No, sostituita.

fiera delle parole

Sembra che nell’organizzare l’edizione del 2015 il/la Patron del Festival della parola scritta sig.ra Bruna Coscia non abbia accolto i suggerimenti del sindaco. Massimo Bitonci si è risentito decidendo di sopprimere l’evento per poterlo organizzare liberamente secondo le linee previste dalla sua giunta: “…, non vedo per quale motivo il sottoscritto, che non più tardi di un anno e mezzo fa è stato votato dalla maggioranza dei padovani insieme con un preciso programma elettorale pure in campo culturale, dovrebbe ora disattendere quel programma e replicare gli eventi culturali delle amministrazioni precedenti.” (Corriere del Veneto 20/01/2016)

La Fiera delle Parole che è arrivata alla sua 9° edizione, le prime 4 svoltesi a Rovigo e traslocata a Padova dal 2011, ha offerto negli anni incontri e spettacoli vantando la presenza di intellettuali, autori e artisti che hanno sempre dimostrato di apprezzare la nostra bella città e la sua iniziativa.
Il centro storico della città per una settimana si è animato di eventi organizzati nei palazzi simbolo della cultura e spettacolo patavino come il teatro Verdi; il meraviglioso palazzo della Ragione, il Palazzo Moroni, sede del municipio; le scuole e la storica Università, la seconda in Italia dopo Bologna che nella lista dei nomi illustri che hanno vi insegnato può vantare la presenza di Galileo. Il caffè Pedrocchi, detto caffè senza porte, antico ritrovo degli intellettuali; per non parlare delle librerie grandi e piccole che in occasione di avvenimenti come questo sono per ovvi motivi in prima linea. L’offerta fornita ha ottenuto risultati crescenti negli anni e l’ultima edizione, quella di ottobre 2015, ha attirato in città 70 mila persone in sei giorni.
Si conclude così la storia della Fiera delle Parole versione padovana. La 10° edizione dovrà trovare una nuova location. Padova chiude le porte alla kermesse di Bruna Coscia.
sgarbi e bitonciDichiara il sindaco Massimo Bitonci: “Ho proposto a Vittorio Sgarbi di fare il direttore artistico di un grande festival letterario che si terrà a Padova in ottobre. Un festival aperto davvero a tutti, senza alcuna ideologia di carattere politico. Un festival ad amplissimo raggio, con la presenza di autori italiani e internazionali. Un festival che avrà una formula e magari anche un nome diversi da quelli che ha avuto in passato”.
Diceva un noto cantautore: “Non cambiar la regola, se regola già c’è” e se poi la regola non era così male?, ma già ben collaudata?, un peccato cancellarla. Certo le imperfezioni ci sono, ma i collaudi a questo servono. Non sarebbe stato meglio partire da una piattaforma già strutturata per ingigantire l’evento?
La ragione della scelta drastica di eliminare la Fiera delle Parole per avviare un evento culturale tutto nuovo mi sembra la conseguenza di una totale mancanza di umiltà e dello smarrimento dell’obiettivo che rende sacro un evento culturale: la cultura.
Non riusciamo proprio a imparare niente dalla storia. Siamo davvero i figli sciocchi dell’Antica Grecia? Le guerre si fermavano durante i giochi Olimpici e noi non riusciamo a mettere da parte l’arrivismo e i giochi di potere per celebrare degnamente le doti letterarie di intellettuali e artistiche?
Tutti pronti a schierarsi ora da una parte e ora dall’altra. Sembra la fiera del galletto, il galletto padovano appunto, che impettito fronteggia l’avversario pronto a morire pur di difendere la posizione di supremazia. Le guerre iniziano sempre così e poi tutti perdono sempre qualcosa. Non imparerà mai l’essere umano che le sinergie aiutano a migliorare e a crescere?
Ed è così che la kermesse letteraria che poteva diventare un evento di risonanza internazionale e dare risalto alla nostra bella città, la città dei “Gran Dottori” ora cambierà volto.
Intanto la Fiera delle Parole inventata e organizzata da Bruna Coscia, è contesa dalle città e paesi limitrofi, la vuole Verona, la chiede Este, la reclama Rovigo. Questo evento sta prendendo un’identità itinerante.
apollo1Non ci resta che invocare la protezione di Apollo e sperare che non imbracci il suo arciere.
Alla fine, tra i due litiganti potrebbe risultare vantaggioso avere due eventi a cui assistere e, se vogliamo vedere il lato positivo, una maggiore offerta culturale: un festival di sinistra e uno di destra e, noi in mezzo; noi che poco ci curiamo delle beghe di palazzo; che leggiamo il libro e non incensiamo l’autore; che non chiediamo la razza, la religione, l’ideologia dell’autore quando acquistiamo un libro, ma leggiamo la sinossi e l’incipit per capire se ci può piacere la storia; noi che siamo critici e sappiamo leggere con attenzione cogliendo il buono e lasciando il cattivo, sposando il giusto e condannando gli errori.

Speriamo però che non si mettano in competizione per farsi i dispetti e che scelgano due periodi diversi per non trovarci nell’imbarazzo di dover scegliere a quale evento partecipare, perché a casa si fa zapping comodamente seduti sul divano quando le emittenti si fanno concorrenza con programmi interessanti, in casi particolari si registra una trasmissione mente se ne segue un’altra, ma per essere presenti agli interventi di due autori contemporaneamente ci vuole quel dono che ci è stato negato e che nemmeno la scienza è ancora stata in grado di produrre, chissà se Apollo ci verrà in aiuto lo chiederemo alla la sacerdotessa detta Pizia.

10363718_939424692772931_689260281877936841_n  M. B.

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Libro nuovo (2015) Non luogo a procedere di Claudio Magris

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1815) EMMA di JaneAusten

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1975) Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallacci

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Libro nuovo (2013) Reperto occasionale di Gianni Papa

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1938) I quarantanove racconti di Ernest Hemingway
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Libro nuovo (2015) Favole del morire di Giulio Mozzi

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Libro Vecchio (Prima pubblicazione 1869) GUERRA E PACE  di Lev Tolstoj

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Libro Vecchio (1961)    DAI, MARZOLINA!  di BERTHE BERNAGE

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e Libro nuovo  (2012) Storia dell’Immondizia di Mirco Maselli

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Libro Vecchio (1960)   LA NOIA  di Alberto Moravia

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Libro Vecchio (1961)   UN CUORE ARIDO di Carlo Cassola

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e Libro nuovo  (2015) SIRENA di Barbara Garlaschelli

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1956) Angelica di Anne e Serge Golon

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1958) Il Gatto0pardo di Tomasi di Lampedusa

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Libro nuovo – 2015 Il cuore aspro del

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Libro Vecchio (in prima pubblicazione nel 1922) Siddharta di Hermann Hesse

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Davide Bottiglieri – Le cronache di Teseo

Carissimi amici oggi la famiglia di Letterando si allarga e accoglie un nuovo autore che vado a presentarvi.

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Nome: Abraham Tiberius Wayne (alias Davide Bottiglieri)
data e luogo di nascita: 28 aprile del 1992. Salerno (Italia)
segno zodiacale: Toro
blog: Abram Tiberius Wayne
Nonostante la sua giovane età ha già una collezione di riconoscimenti di tutto rispetto:
– Premio Letteratura Italiana Contemporanea nel settembre 2014, indetto dalla Laura Capone Editore con la quale compie il suo esordio editoriale con la silloge Poeti Contemporanei.
– Nel 2014 viene inserito nella collana Riflessi della Pagine Editore.
– Nel maggio 2015 vince il XII Concorso di Poesia d’Amore ” Tra un fiore colto e l’altro donato” indetto dalla Aletti Editore.
– Nel luglio 2015 viene pubblicato nell’omonima silloge.
– Vince il concorso “Cronache dalle terre oscure”,con tre racconti brevi fantasy.
– Nell’agosto 2015 viene pubblicato nell’antologia Felicemente Horror vincendo la selezione proposta dal noto blog letterario Pegasus.
– Sempre nell’ottobre 2015 risulta finalista del concorso “E’ già autunno!” indetto dalla Montegrappa Edizione e viene inserito nella XVII raccolta antologica “Les cahiers du Troskij Cafè”.

Davide è nostro ospite perchè voglio presentarvi il suo libro:

Le cronache di Teseo

Racconti – Edizioni Les Flaneurs

Authore: Abraham Tiberius Wayne (Davide Bottiglieri)

€ 2.99

“Un libro che raccoglie sei racconti dedicati all’eroe greco Teseo. Un fantasy dall’anima ellenica”.

Un libro che raccoglie sei racconti dedicati all’eroe greco Teseo. Un fantasy dall’anima ellenica”.
È proprio così che si presenta questo libro che si legge veloce e con piacere. Davide ci racconta le prove che si trova a dover affrontare Teseo per dimostrare di meritare il trono in successione al padre.
È un viaggio fantastico che l’autore descrive poggiando sulle basi della mitologia classica arricchendo di particolari fantasiosi che ne alleggeriscono il peso e animano di avventura. Molti sono i nomi di dei, semidei, eroi, e altre figure, più o meno moti a tutti, che hanno popolato i racconti epici e che l’autore mette a intralciare il cammino dell’eroe, a volte per aiutarlo nelle sfide altre volte per mettere a prova la sua forza, la sua saggezza, la sua umanità e il suo valore di uomo e di guerriero al fine di forgiare la figura ideale di sovrano. È così che l’autore ci consegna l’immagine di un re esemplare: un sovrano ideale.
Le scene di lotta sono ben descritte e le atmosfere che ne emergono sono in perfetta sintonia con l’epoca riuscendo tuttavia ad evocare immagini fantastiche che scivolano in paesaggi degni della classica narrazione fantasy e quello che io definirei l’universo fantastico.

“La raccolta mira a interessare lettori adolescenti! La mitologia classica è bellissima, tuttavia non sempre la si fa apprezzare a dovere nei licei (io per primo l’ho amata tardi); inoltre c’è da aggiungere che non si tratta di una lettura semplice perché spesso appesantita dagli intervalli filosofici che ne rallentano un po’ il ritmo. Ho provato a riproporre degli episodi che ho trovato affascinanti, in una forma più appetibile all’adolescente di oggi (gli scontri e la violenza non sono mai mancati nell’epica classica), facendo attenzione a non alterare la storia e le caratteristiche del mito: in pratica, ho cercato di trovare una chiave di avvicinamento alla letteratura greca per chi non la digerisce ancora nella sua forma originale”.

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Quindi un libro adatto a tutte le età, molto originale che noi di Letterando consigliamo e vi consigliamo anche di tenere d’occhio questo autore emergente che non mancherà di regalarci ancora sorprese e successi.

XXVII Salone Internazionale del Libro di Torino – 2015

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Mi hanno chiesto se vado al Salone Internazionale del Libro di Torino, ho risposto no.
Quest’anno non andrò.
Non credo che sarebbe molto diverso dall’andare alla libreria Feltrinelli o alla Mondadori della mia città, anzi andare in librerie sarà certo più comodo. Potrei andare con il tram. La Feltrinelli di Padova (la mia città) si trova davanti a Palazzo Bo: la sede storica dell’Università degli Studi di Padova dal 1539, vanta un passato importante, ha coronato d’alloro la prima donna al mondo laureata in filosofia, Elena Lucrezia Cornaro e nella Sala dei Quaranta si trova ancora la cattedra che fu di Galileo.
Il tram attraversa la riviera che divide Palazzo Bo dalla libreria Feltrinelli, non ho nemmeno il problema del parcheggio e alla Feltrinelli non mi fanno pagare il biglietto per entrare così, i soldi risparmiati li investo in libri, ma non solo, fuori dalla libreria, oltrepassato il Palazzo Bo, sono già nella zona pedonale di Padova in pieno centro storico, mi lascio sulla destra il municipio e lo storico Caffè Pedrocchi noto anche come il “Caffè senza porte“, perché fino al 1916 era aperto giorno e notte e per oltre un secolo è stato il “ritrovo” di intellettuali, studenti, accademici e uomini politici. Attraverso un vicolo e sbuco in Piazza delle Erbe dominata dal Palazzo della Ragione, oltrepasso l’arco dal quale si accede a “Sotto al Salon”. Sotto il Salone è il più antico centro commerciale di Padova e arrivo in piazza della frutta oltre la quale posso accedere alla Piazza dei Signori. Mi piace molto Piazza dei Signori, sarà per la torre dell’orologio che vi domina e sembra voler ricordare che il tempo ha una misura e non si può accelerare, ma si deve solo assecondare, quindi dimentico la fretta e adagio sincronizzo il passo e continuo tra i vicoli fino ad arrivare alla libreria Mondadori. Nemmeno lì mi fanno pagare per entrare e posso stare in mezzo a tutti i libri senza che nessuno mi mandi via.
Ecco fatto! Mi sono costruita un bel viaggetto alternativo al Salone del libro, tra cultura, storia e letteratura. Niente male direi! Un pomeriggio ideale per chi ama leggere.
Lo so che al salone ci sono anche molti eventi e non ci sono solo i libri da acquistare, lo so, lo so!
Allora, vediamo che cosa mi perdo. Vado a curiosare nel programma per vedere quali autori parteciperanno agli eventi. Cerco tra i “Grandi Ospiti” e scorro l’elenco. Sono molti i nomi di autori più o meno noti, però non ho letto niente di nessuno di quelli in elenco, possibile mi sia persa tutti questi “Grandi Ospiti”? Degli Angela ho visto molte trasmissioni, prima o poi leggerò qualche loro opera. Anche di Augias non ho mai letto niente ma mi piacciono le sue trasmissioni, Anche Aldo Busi mi incuriosisce.
Oh bella!, ma è tutta gente famosa perché apparsa in TV! Sono tutti lì, al salone per fare pubblicità al loro libro!
E che cazzo! Ma che è? Scusate l’espressione poco elegante, ma mi è scappata. È vero che siamo al salone del libro e tutti i libri sono libri ma scusate, che ci azzecca la Parodi e la Clerici con gli autori? Ditemi se un libro di cucina ha bisogno di presentazione. E poi, scusate tanto, chi scrive ricette si può davvero considerare un autore? Io cucino da anni due pasti al giorno, mi invento ricette di continuo, ma mai avrei pensato di poter esprimere il mio X-factor in un minestrone. Mah, è proprio vero che tutto fa brodo.
Comunque sarebbe stato bello se al salone ci fosse stato… che ne so? Dario Fo?, sapete che colpo!, il premio Nobel per la letteratura. Lui sì che può permettersi di fare qualsiasi cosa, anche una frittata con la cipolla andava benissimo. Ve lo immaginate che lezione di scrittura creativa e non creativa?, (lo dico per chi non apprezza il termine “creativo”. Qualcuno afferma che la scrittura deve essere veritiera ed esprimere un concetto non creare un’atmosfera con musicalità e armonie. Io no, io amo troppo le parole e mi piace leggere le frasi belle, musicali e armoniose). Dario Fo con la sua gestualità sarebbe stato capace di farci credere che l’uovo ha parlato prima di diventare frittata, ma che dico?, ci avrebbe fatto credere che l’uovo si è rotto da solo e si è sbattuto per finire sulla cipolla mentre rosola sul fuoco e. tutto questo, senza avere nemmeno un uovo in mano e nessuna padella sul fuoco che non c’è, ovvio!
Forse non mi sono letta bene il programma e mi scuso se mi è sfuggito qualcosa di importante ma non ho avvertito la presenza di nessun simbolo forte nessun personaggio autorevole che ci parli delle meraviglie della lettura? È o non è maggio il mese dedicato al libro?
Tutto sto parlare di #ioleggoperchè e poi mi trovo una serie di Grandi Ospiti che sono famosi perché fanno audience alla tv di stato. E gli ospiti internazionali? Mi devono essere sfuggiti pure quelli, chiedo scusa ma non ho riconosciuto nessuno.
Certo è che se nemmeno Valerio Massimo Manfredi ci va, non possiamo certo pretendere di trovare un Ken Follet. Va bene così, tutto sommato, almeno non rischiamo di trovare Dan Brown! vista la tendenza…, hai visto mai?

Comunque va bene così. Buon divertimento a chi va e bun riposo a chi non andrà, ma riposatevi leggendo un buon libro, mi raccomando.

Monica Bauletti

#ioleggoperche

by Monica Bauletti

by Monica Bauletti

Oggi è la giornata mondiale del libro.
Ho provato a resistere alla tentazione di non cadere nel giochetto che tende a celebrare in un solo giorno, questo, il rito di consacrazione delle i-dee offrendo l’obolo e bruciando l’incenso sull’altare dell’amore per la lettura. Ahimé!, non ce l’ho fatta.
Comunque sarebbe stato scandaloso da parte di Letterando tacere in una giornata così tendenziosa.
Troppi hashtag, articoli, e mail mi ricordano continuamente che bisogna dire perché-io-leggo. Che poi, a chi interessa perché io leggo? A me non interessa poi molto farlo sapere. Insomma leggo da quando avevo sette anni e ho sempre letto moltissimo, le mie amiche hanno accettato da sempre questa cosa senza farmene mai una colpa, forse qualche volta mi hanno un po’ presa in giro, oppure si sono indispettite perché, distratta dalla lettura, non prestavo attenzione alle chiacchiere, ma sono sempre stata presente e in quanto a consigli ne ho sempre dati di buoni. Non a caso ho moltissimi amici e amiche che mi vogliono bene. Ohibò!, vuoi vedere che è proprio perché leggo tanto che so dare buoni consigli? E così gli amici si moltiplicano? Be’ questo potrebbe essere un motivo per cui io-leggo: sapere sempre che cosa fare anche nelle circostanze più imprevedibili.
Ecco che ci ricasco. No, non ho niente contro le celebrazioni. Dedicare giorni a *…* è un modo per rendere omaggio a qualcosa di buono e giusto, ma quello che non mi piace è che alla fine risulta tutto come un gioco commerciale e un modo per scrollarsi di dosso un dovere:
“Bene, ho dato! Ora posso pensare ad altro”.
“Ma per carità! Pensa da altro anche prima che tanto il mondo va avanti con il sapere e con l’ignoranza senza il contributo di nessuno”.
Oggi ogni blog ha il suo articoletto sul perché è bene leggere.
Gli uccellini cinguettano a tutto spiano sul perché si deve leggere.
Facebook fa la sua parte.
Sono certa che anche su whatsapp gireranno frasette dedicate alla lettura, ma non posso saperlo perché non ce l’ho. Adesso però non inorridite, è solo perché lo smartphone io lo uso quasi esclusivamente per leggere. Già io-leggo-perché posso farlo in ogni momento e così non mi annoio mai. L’altra sera ero al “giropizza” e aspettavo le mie pizze da portare a casa, per accorciare i tempi di attesa ho tirato fuori il cell. e ho ripreso la lettura del mio libro-e-book, quando mi hanno consegnato le pizze quasi quasi mi è dispiaciuto.
Chi legge lo fa per necessità plurime. Non credo ci sia un solo motivo per cui si legge: si legge per imparare cose nuove, per viaggiare con la fantasia, per passare il tempo, per fuggire dalla realtà nei momenti difficili. Si legge per vivere vite nuove, per sentir palar d’amore, per sfogare la sete di sangue, per liberare l’odio e i rancori. Si legge per trovare un pensiero felice. Si legge per cercare il peggio che consola. Si legge per ridere o per piangere.
Tra le tante motivazioni penso però ci sia un denominatore comune che è il bisogno di provare emozioni. Una storia raccontata trasmette sempre un’emozione e come si può vivere senza emozionarsi? Sarebbe davvero triste e arida la nostra vita se si appiattisse nell’apatica indifferenza. Chi legge è un drogato di emozioni e non ne può fare a meno. Una vita sola non basta a saziarne la sete e si cercano nelle vite descritte nei romanzi, nelle storie reali e inventate per farle proprie. Diventa quindi curioso capire perché non si legge, come faranno a soddisfare il bisogno di emozioni tutte quelle persone che non leggono? Così, è legittima la domanda che ha rivolto la mia amica Antonia chiedendosi: “perché non si legge?” è questa la domanda giusta. Perché tu-non-leggi? Meditate gente, meditate.

Voce del verbo leggere

by Monica Bauletti

by Monica Bauletti

Cari amici di letterando buongiorno!
Riemergo da uno dei miei momenti bui ed eccomi qua. Ho letto, letto, letto. Leggerò, leggerò e leggerò ancora, si sa. Chi legge da tutta la vita non può di certo smettere, almeno finché non si perderà tra le strade senza fine della demenza.

Comunque leggo.

Bene, ora che avete capito che so coniugare il verbo posso continuare il mio pensiero. Parlando dunque di letture posso dire che c’è un sacco di bella roba in giro, davvero molto bella, peccato che non mi basterà la vita che mi resta per leggere tutto quello che mi manca.
Ma perché leggo? In questi giorni mi sono spesso imbattuta in decaloghi, pentagoni, e altri innumerevoli elenchi che motivano perché è bene leggere, perché è importante leggere, che cosa è giusto leggere, quali sono i libri che si devono assolutamente leggere e sapete che cosa ho capito? Che se è vero che leggere rende liberi e ci fa vivere più vite allora posso anche permettermi di scegliere senza sentirmi sbagliata se leggo un romanzo o una poesia o un classico o un giallo o un fantasy un saggio che non è nelle liste o nel gradimento dei più. Alla fine quello che conta è la soddisfazione di aver vissuto leggendo o letto vivendo. Che siano classici, narrativa, fantasy, gialli, belli o brutti, scritti bene o scritti male, a me poco importa. No, aspettate, non mi fraintendete, non è che mi piaccia leggere libri scritti male, ma se ciò accade non ne faccio un dramma, ci stanno anche le ciofeche ogni tanto, anche solo per stimolare il senso critico, per tornare nel mondo terreno. Non so voi, ma io quando leggo un capolavoro vado in estasi e comincio a viaggiare oltre le nuvole tanto da perdere il contatto col mondo reale, quindi certe cadute, anche se brusche, mi riportano nel mondo mortale. Sbucciarsi le ginocchia serve a capire quanto dura è la strada. Prendere coscienza delle proprie fragilità aiuta a sviluppare una maggiore tolleranza per i difetti altrui. Ogni libro che ho letto, ogni pagina e ogni frase ha domato la mia indole prima, lievitato i miei pensieri dopo, nutrendo lo spirito e purificando l’anima.
Io non vi dico che cosa dovete leggere, quanto o quando, ma posso affermare che dopo quarant’anni di letture di ogni genere, a partire dalle favole dei miei sette anni al romanzo favoloso che sto leggendo ora, leggere mi ha dotata di una rete di salvataggio che si è tessuta e irrobustita lettura dopo lettura. Ora, ogni volta che cado la mia rete mi accoglie, mi avvolge e si stringe intorno a me come un abbraccio affettuoso e morbido, mi dà il primo conforto, mi consola e mi guarda con materna benevolenza, sorride rassicurante e poi si apre, la rete si distende e scarica su di me tutta la sua forza per darmi la spinta necessaria a ripartire. Cadrò ancora, la vita mi farà ancora soffrire ma non può certo farmi paura. La consapevolezza di avere la forza e le capacità di perdonare e perdonarmi gli errori che commetterò o i soprusi che subirò mi permette di trovare sempre il coraggio di rischiare e di continuare la mia strada qualsiasi direzione decida di prendere.
Leggere aiuta a ottenenre tutto questo. Ogni lettura è valida.
Qualsiasi cosa venga scritta nelle liste che spiegano i benefici effetti della letteratura, o tutto ciò che viene detto nelle discussioni, nelle tavole rotonde e nelle trasmissioni che parlano di letture è cosa buona e giusta, ma quel che conta è il risultato. Leggere è un’azione che si fa da soli. Le parole scritte ci costringono a relazionarci con il nostro mondo interiore rovistando, scompigliando e mettendo in discussione ogni preconcetto infuso da una società che ama la tendenza, che conia parole come glamour, trend, fashion e che mette tutti in fila davanti a una mela perché è di moda. Le autostrade sono assai comode e l’ordine è indispensabile, le regole si rispettano sempre ma bisogna anche sapere dove si va e perché l’ordine pubblico va rispettato, bisogna saper accettare la giustizia imparando a obbiettare e a lottare per cambiare ciò che non va più. Ecco, leggere aiuta a sviluppare il terzo occhio, quello indipendente che guarda nella direzione opposta e che ruota a trecentosessantagradi.

Fine del sermone.

E buone libere letture a tutti.

Che la consapevolezza sia con voi.

Amen

Dalla coltura alla cultura. L’autore di oggi è ENRICO GROSSI

grossiCari amici di Letterando oggi vi presentiamo Enrico Grossi di Luzzara in provincia di Reggio Emilia che ora vive a Suzzara in provincia di Mantova.
Il nostro amico Enrico è un operatore agrario e, scusate la battuta ma non posso resistere, nel suo caso devo proprio dire: dalla coltura alla cultura! Ok, battuta scontata, ma pur sempre veritiera.
Enrico si occupa di giardinaggio, che è la sua qualifica, ma anche di molto altro infatti l’ospite di oggi è un personaggio dai mille talenti, nella sua biografia Enrico elenca tutto ciò:

Enrico: Scrittura come Hobby. Scrivo racconti dall’età di 15 anni. Mi sono cimentato anche nell’horror e Giallo. Svolgo l’attività di giornalista Free Lance con alcuni siti di cronaca locale, scrivo articoli di cronaca della zona di Suzzara MN, sport avvenimenti culturali e altro. Sono in possesso inoltre vari attestati di corsi di uso di computer e sono un autodidatta dell’assemblaggio di scripts in html e costruzione di siti web.

Tra tutte queste attività Enrico predilige la scrittura ed è a quella che aspira, ma si sa bisogna pur vivere e siccome al giorno d’oggi chi “scrive non mangia” il lavoro che sostiene è sempre un altro, vero Enrico?

Endico: Guadagni sulle attività sopracitate nulla infatti, lavoro come giardiniere con tosa erba taglia legna e altro, tra sterpaglie e segatura volante mi vengono della idee che poi metto nei file, un po’ come un ragazzo americano degli anni 70-80 che abitava a Caslte rock, posto non certo entusiasmante penso, come la bassa padana dove abito. Come diceva Guareschi, in riva al Po è un mondo a parte in estate ci sono 30 gradi e umidità al 120% frotte di Zanzare che sembrano aviogetti e oggi anche nutrie a volontà che rosicchiano gli argini, in inverno una nebbia tanto fitta che ci appoggi la bicicletta contro e resta in piedi.
Qua nessuno viene in vacanza anzi se si può si fugge. Per scrivere però di soggetti ce ne sono parecchi.

Bene, ed è di quello che ha bisogno uno scrittore, no? Che se ne fa di un’isola tropicale, mare limpido, sole splendente, e turisti che non fanno niente dalla mattina alla sera se non pensare a divertirsi? Scherzi a parte, chi scrive sta bene ovunque perché non è mai fermo da nessuna parte, la sua mente è sempre in viaggio. Quindi Enrico tu scrivi per evadere dalla realtà oppure perché la realtà in cui vivi ti offre sempre stimoli nuovi?

racconti grossiEnrico: Perché scrivo? Dirlo e piuttosto complicato. Non so se scrivo per altri che mi leggono o per me, eterno dubbio di chi scrive. In ogni modo non riesco a stare lontano dal testo scritto da quando avevo dodici anni.
Scrivevo piccoli racconti di fantascienza e gialli sui quaderni. Inizialmente erano ispirati ai telefilm come UFO o dai Gialli, uno su tutti: “Lungo il Fiume Sull’ Acqua”, “l’America di Nero Wolfe di Buazzelli” Poi dalle infinite letture in biblioteca pubblica, la mia seconda casa. Sono passato dalla scrittura a mano alle Olivetti e poi al Computer.
Un altro incentivo è stato lo sport. Da quando mi occupo di hockey pista, da dirigente, scrivo gli articoli sulle partite per i giornali on line. Scrivo articoli anche sulle partite di calcio per la cronaca locale, questo ha tenuto accesa in me la fiamma pilota della scrittura. Le idee mi circondano, non le cerco, arrivano da sole. Un paesaggio, una persona che compie un gesto, un fatto di cronaca, un mix che riempie il foglio bianco di word. Oggi sono nella parte discendente della vita però scrivere mi allontana l’ossessione del tempo che corre. Ogni giorno, mi alzo bevo un latte caldo accendo il personal computer e scrivo, lo faccio e basta. Oltre che per il magazine web, scrivo dei racconti. Ho scritto un romanzo, spero che qualcuno lo legga.

Te lo auguriamo anche noi caro Enrico, la scrittura è un vizio sano che non si deve perdere ma si deve coltivare e come tutti i vizi per prima cosa deve produrre soddisfazione sennò che vizio è?, se poi rende ricchi e famosi tanto meglio!

Con questa storia di vita da scrittore, cari amici di Letterando, noi vi diamo appuntamento al prossimo mercoledì, Alto scrittore, altra avventura. Buona settimana a tutti

Grazie Enrico per averci parlato di te e davvero tanti auguri per tutto.

Il recensore da censura, ossia la stellina che stronca.

di Monica Bauletti
di Monica Bauletti

Carissimi amici di letterando, scrittori e lettori è a voi che mi rivolgo con questo articoletto da “una stellina”. Oggi la curiosità mi ha spinta a navigare tra i vari book stor di vendite on line che propongono, per l’appunto, romanzi e ho seguito la via delle stelline. Mi sentivo un po’ “commodora” e volevo tracciare la rotta seguendo le “stelline”, ossia facendomi guidare dal gradimento dei recensori che lasciano il commento e illuminano le stelle sul romanzo dopo averlo letto. Ahimè mi sono subito persa, Se è vero che le stelle non mentono e il bagliore della stella polare è visibile oltre ogni possibile abbaglio non è altrettanto vero che la media delle stelline assegnate dai recensori sia veritiera e inconfutabile. Uno strano disagio mi è preso vedendo comparire giudizi tremendi assieme a commenti favolosi ed è diventato difficile capire a chi credere. Se poi si passa da 1 stella a 5 stelle senza passare dal 2, 3, peggio del peggio! Come si fa? Quando ho iniziato a leggere i commenti cattivi accompagnati dalle pallide stelle solitarie il mio disagio è aumentato. Sì, perché i commenti a volte sono poco precisi, alcuni si potrebbero adattare a qualsiasi testo, storia e genere letterario. Ma insomma, perché questo disagio? In fondo è normale che ci siano opinioni diverse e divergenti, mica tutti i libri possono piacere a tutti. No aspettate, il mio pensiero in quel momento andava oltre, quelle recensioni sembravano dissonanti col vero gradimento, non sembravano scritte per il bisogno di esprimere un giudizio e per consigliare o meno la lettura del libro a chi ama leggere qualcosa di buono. Dovevo capire come mai un divario così grande tra buoni e cattivi giudizi, possibile che non ci fosse nessuna mezza misura, sì, perchè quello che mi balzava agli occhi era la serie di 5 e 4 stelline seguite dalla solitaria stellina che illuminanva il commento: “Ne sconsiglio l’acquisto” Ho subito sentito il bisogno di scoprire chi fosse l’autore della recensione stonata e mi è capitato di notare che si tratta di un recensore occasionale, il cui nome è sempre uno pseudonimo e che recensisce un solo libro per poi sparire. Ma va? Quel genio letterario, critico d’eccezione si è preso il disturbo di registrarsi sul sito di vendita book per postare la recensione a un unico romanzo?, ma quale onore, oserei dire. Sì, è un vero onore. Non per essere maliziosa o maligna ma mi puzza di marcio questa cosa. Non so voi, ma a me non quadra molto. Va beh, lascio a voi decidere se credere o no a quanto si legge sulle recensioni, Amazon è ammiraglia in queste acque dove si naviga seguendo le stelle a suon di stroncature, ma vi invito a verificare lo spessore culturale del recensore severo prima di prendere per buono il suo consiglio, controllate nel suo profilo quanti a quali libri ha recensito e così potrete farvi un’idea sul perché di tanto sdegno. Fate questa verifica soprattutto quando la stellina solitaria è sola e lontana dal firmamento luminoso delle stelline di gruppo. Se poi vi fidate di più dell’istinto che dell’opinione altrui tanto meglio, non leggetele proprio le recensioni, io per evitare condizionamenti le leggo dopo, le leggo per curiosità e per confrontami con le opinioni altrui. Però, che amarezza dover constatare che anche nel mondo letterario dove i pensieri dovrebbero volare liberi e lontani da gole arse da brame illegittime serpeggiano meschinità che nulla hanno da spartire col sapere. Ok, prendiamone atto e se proprio vogliamo andare sul sicuro affidiamoci ai buoni consigli di amici che quando ci parlano di un libro lo fanno senza secondi fini e sicuri di farci piacere. Buone letture, sane e “luminose”

#unlibroèunlibro POLLICE VERSO PER UN’ITALIA PIU’ EQUA.

pollice verso

di Monica Bauletti

E daje ce risemo!

Italia, Italia e Italia mia!

Italia dei controsensi, dei tanti metri per una sola misura, delle discriminazioni, delle assurdità.

Viva l’Italia diceva Francesco de Gregori nel lontano 1979

“l’Italia derubata e colpita al cuore…l’Italia che non muore…Viva l’Italia presa a tradimento… l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento…l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura… Italia

l’Italia che non ha paura…l’Italia metà giardino e metà galera…l’Italia tutta intera… l’Italia che lavora…l’Italia che si dispera e l’Italia che s’innamora…l’Italia metà dovere e metà fortuna… l’Italia con le bandiere…l’Italia nuda come sempre…l’Italia con gli occhi aperti nella notte triste… l’Italia che resiste”

Lo diceva nel 1979.

No! Non è possibile, dai che mi sbaglio. Al massimo l’avrà detto qualche giorno fa. Va be’ facciamo pure qualche anno fa, ma di certo non decenni, come sarebbe possibile? Stiamo addirittura parlando del secolo scorso! Vorrebbe dire che in 35 anni non è mai cambiato nulla?

Ahimè! Non mi sto sbagliando. È tutto vero, ma è solo perché noi siamo attaccati alle tradizioni e non vogliamo che le belle abitudini si perdano. Già, dobbiamo mantenere sempre vivi i vizi e stravizi che ci caratterizzano. Oggi sul web, Twitter in particolare impazza, si parla di ILLOGICA, di CONTROSENSO, di CONTRADDIZIONE e la domanda è:

Per quale motivo sui libri si applica l’IVA in base al formato di divulgazione?

La legge impone IVA al 22% sul formato digitale: eBook e invece IVA al 4% sul cartaceo.

Perché?

E chi ce lo spiega? Nessuna logica può dare una risposta soddisfacente. Un romanzo, una storia, un libro non cambia se il supporto è diverso. La genesi è sempre la stessa, il contenuto rimane identico. Eppure la legge, difronte alla quale siamo tutti uguali, non riconosce l’uguaglianza di un’idea se diffusa in modo diverso. È come se il latte che è tassato al 4% dovesse scontare l’IVA  al 22% se lo andate a prendere in macchina piuttosto che a piedi!

Oh mio Dio! E chi lo dice a Gianni Morandi?

No, per carità, mandate le vostre figlie a prendere il latte sempre a piedi altrimenti se il fisco lo viene a sapere va a finire che aumenta l’aliquota?

Oggi è in discussione l’argomento e tutte le case editrici si sono unite per sensibilizzare l’opinione pubblica invitando tutti a postare un autoscatto con il pollice verso in segno di protesta.

Se volete potete aderire #unlibroèunlibro twittate e postate la vostra foto va bene anche su Facebook.

Bene, forse ce la faremo anche noi a dire VIVA L’ITALIA