Maria Lidia Petrulli e l’infanzia.

Biografia

Nata a Roma il 08/04/1957, residente a Quartu Sant’Elena (CA).

Medico psichiatra e psicoterapeuta.

Appassionata di storia e mitologia celtica e medievale.

Bibliografia

Viaggio ad Avalon, Pietro Chegai editore, Firenze, 2002

Fara e il suo Cappello, Il Foglio Letterario Ed., 2009

La Realtà e il suo Enigma, 0111Edizioni, 2009

Il Buio Oltre Lo Specchio, 0111 Edizioni, 2010

Il Volto Segreto di Gaia-La Cerca, Edizioni Il Ciliegio, 2013

Il Volto Segreto di Gaia- L’Equilibrio e la Luce, Edizioni Il Ciliegio, 2014

Emilie Sanslieu, Edizioni Il Ciliegio, 2014

Classificata tra i 10 finalisti del concorso letterario Linguaggi NeoKulturali con il romanzo Le Chiavi Del Tempo

2° classificata al premio letterario Città di Dolianova 2014, con la raccolta Frammenti Dimenticati

4° classificata al premio letterario Camuni Graffiti Narrativa, con il romanzo Il Volo Della Libellula

1° classificata premio Il Litorale 2015 col racconto LA BAMBINA CHE VOLEVA ESSERE TRASPARENTE

cover La bambina che voleva essere trasparente

LA BAMBINA CHE VOLEVA ESSERE TRASPARENTE

ANTOLOGIA

PREFAZIONE DELL’AUTRICE

Nulla di quel che viviamo va perduto. Un’immagine, un odore, una parola sussurrata e appena udita, tutto va a finire nel calderone della memoria, fra gli ologrammi che si imprimono come tanti puzzle scomposti. Finché un evento anche banale, un pensiero, una scena rievocata, fa scattare una delle tante serrature, e allora tutto torna, ci svolazza intorno, si depone ai nostri piedi e l’immagine, l’esperienza originale si propone sotto una veste del tutto nuova. Imprevedibile.

Nascono così questi racconti, dove passato, presente e futuro stringono fra loro un’alleanza, elementi fondamentali del tempo che non trascorre come pensiamo, un tempo capace di fermarsi e di aspettarci. Finché ce ne sia bisogno.

Maria Lidia Petrulli

ESTRATTO 

Quando divento trasparente, posso finalmente rilassarmi e dedicarmi alla mia passione: osservare. Mi piace osservare tutto, da un paesaggio alle scene per la strada, ma soprattutto mi interessa spiare gli adulti. Perché sono speciali, una fonte continua di sorprese. Mi incuriosiscono le smorfie sulle loro facce mentre discutono e tentano di imporre le loro idee, o di dimostrare quanto queste siano migliori delle altre, perché i grandi non lo sanno, ma le smorfie mostrano quello che pensano e che provano davvero, anche quando mentono e credono che gli altri non se ne accorgano. In effetti, non credo che siano molti gli adulti capaci di leggere il significato delle smorfie. E poi mi piace tantissimo vedere come arrotolano la lingua nella bocca, la maniera che hanno di impostare le labbra se devono annunciare qualcosa che credono importante, come accavallano la gamba, come la rimettono giù per accavallare l’altra. Mi diverte il modo con cui schizzano gli occhi a sinistra e a destra per accertarsi che gli altri li stiano guardando, non importa chi, basta che ci sia qualcuno che lo faccia. La mimica degli adulti è un’opera teatrale. Io me la godo tutta, come se fossi al cinema. È stato grazie alle mie osservazioni se sono giunta a una verità indiscutibile: gli adulti detestano passare inosservati, per loro essere trasparenti è il peggio che gli possa capitare. Significa non esistere.

L’IRIS ALBINO (estratto)

L’indaco degli iris di mare punteggiava la sabbia bianca, si intrecciava con i tentacoli polposi di quelle che lei chiamava rose del deserto, e Alisanna si chinò a osservare i loro steli impettiti come soldatini, che terminavano con quella corolla che ricordava una corona. Fra i tanti, ce n’era uno diverso, un piccolo iris albino. Sembrava così fragile e alieno. Alisanna lo sfiorò con le dita e pensò che avrebbe potuto sfilarlo facilmente dalla sua alcova fatta di granelli e cristalli di quarzo, le radici non avrebbero opposto resistenza e lei l’avrebbe messo a seccare fra due fogli di carta assorbente, per poi infilarlo fra le pagine di un libro. Invece lo lasciò dov’era.

Quell’iris solitario in mezzo all’indaco, era la perla rara che doveva ispirare i sogni, il vento che doveva soffiare via i momenti che stagnano, ma che nessuno dovrà mai trovare o cercare di arrestare, imprigionare o imbrigliare, re del suo reame di cose preziose e singolari, quelle che apprendono la bellezza della diversità.

Alisanna si allontanò saltellando e canticchiando una canzoncina, verso l’orizzonte e con il pallone recuperato in mano. Correva sulla riva, schizzando con i piedi nudi la spuma della risacca, senza mai perdere di vista il cormorano che galleggiava sulle acque quiete, né il cirro bianco che la seguiva come un aquilone.

Un aquilone. Un paio d’ali con cui fare a gara con le aquile, una scheggia di colore lanciata nell’azzurro per indicare la sua presenza: “Sono qui, esisto anch’io, sono un punticino, una girandola, una corolla d’iris, e ho il mio regno, si trova in fondo al mare, laggiù, nella città dimenticata dove nascono le sirene”.

I BAMBINI DELLA LUNA (estratto)

Io non ho capito perché ci odino tanto da volerci distruggere, non ci eravamo mai incontrati prima di allora. Qualcuno mi ha detto “perché siamo diversi”, ma io non ho visto nessuna differenza fra noi e loro. Non capisco il significato di parole come “etnia”.

Ricordo che non riuscivo più a muovermi, di aver pensato che non ero io a decidere, che per me avrebbe deciso il destino. Per un momento ho cessato di esistere.

Poi lei mi ha strappato al caos, la mia barca senza rotta, il mio timone, mi ha conteso con la morte e non ha lasciato la presa, tenace come solo le madri sanno essere, e non si è più guardata indietro, forte della scintilla di vita accesa nel suo ventre. Il suo cuore singhiozzava i piccoli fiori che le erano stati strappati e l’amore che li aveva generati, ormai ridotti in frammenti di carne senza più forma, senza un corpo da seppellire e poi piangere; ma lei ha girato le spalle al dolore, non gli ha permesso di strapparle il futuro, oltre al passato. Si è aggrappata alla mia mano, virgulto che teme di perdere l’unica bussola che gli è rimasta, e al germoglio annidato nelle sue viscere. È andata avanti.

http://www.ibs.it/code/9788864663012/petrulli-m-lidia/bambina-che-volava-essere.html

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