TESORI, TESORETTI, TESORETTO.

By Monica Bauletti

By Monica Bauletti

Ho perso il mio senso ironico. L’ho smarrito strada facendo. Di certo è inciampato tra una delusione e l’altra. Oppure mi è stato sottratto in un momento di distrazione, di debolezza. Fatto sta che ora non riesco a trovare il ridicolo negli eventi della vita quotidiana. Non mi viene più da ridere. Che peccato!, e dire che ce ne sono tante cose su cui ridere, pensate al “tesoretto”. Se avessi il mio senso ironico mi sbellicherei dalle risate, ma ditemi voi è mai possibile che geni della finanza, ministri e segretari strapagati per tenere in ordine i conti dello stato si siano persi 1,6 miliardi di euro?, che miracolosamente diventano disponibili durante una seduta in camera di consiglio per l‘approvazione di un decreto? Subito si ipotizzano “misure a sostegno dei più poveri”. Così tutti a vantare il diritto di precedenza come se in questa strana Italia ci fossero categorie povere in grado di essere ascoltate.Il povero sussurra, si lamenta piano, ha una dignità da difendere, unica ricchezza rimastagli che resiste oltre le privazioni e la fame.

Beh, stiamo a vedere che fine farà questa pioggia di soldi arrivata per incanto a bagnare l’aridità di una crisi senza fine. No, l’allegoria non va bene. Non consideriamola una pioggia altrimenti chi ne accumulerà di più sarà come sempre chi ha i mezzi per trovare il contenitore più grande. Il poveraccio oltre a mettere le mani a coppa che cosa potrà fare?

Va be’ sarà quel che sarà. Che poi chissà se c’è davvero questo tesoretto, non è che perché uno lo dice durante una conferenza stampa, poi si materializzi per davvero. Se fosse un altro errore di conteggio? Se piuttosto che avere il segno più ci fosse stato un errore di trascrizione e avesse il segno meno? L’algebra è insidiosa se non si sta attenti. Chi si è distratto una volta potrebbe distrarsi ancora. Possiamo fidarci di chi dichiara di essersi trovato in saccoccia 1,6 miliardi così, per caso?: “Ohibò! Ma guarda un po’ che mi trovo in tasca oggi, quasi due miliardi, ma che bella sorpresa!”

“Ma che presa per il culo!” oserei dire. Insomma stiamo tirando la cinghia da anni. Ci hanno appena aumentato tasse, l’aliquota IVA e oneri vari. Vado a prenotare una visita alla clinica convenzionata USL e la segretaria mi dice che se mi avvalgo del ticket pago quasi il doppio rispetto la visita privata. Mi dicono che “forse” potrò andare in pensione a 66 anni ed 1 mese e mi viene sempre più spesso da chiedermi perché verso i contributi che ogni anno aumentano? Come se non bastasse adesso arriva spavaldo e sorridente il “mio” presidente del consiglio a dirmi che ha trovato un “tesoretto” e decideranno come spenderlo.

Ma che cazzo! Scusatemi, la perdita dell’ironia mi stimola la parolaccia. Lo so che non si piange sul latte versato, però c’è gente che forse avrebbe sofferto di meno se i conti fossero stati fatti meglio al momento giusto, se avesse potuto evitare di pagare alcune tasse che poi, diciamocelo, non è che i servizi offerti siano adeguati ai costi imposti.

Andando alla ricerca della mia ironia perduta, sono di nuovo inciampata e che ti trovo? Un articolo di qualche giorno fa sul sito della UIL Romalazio dove il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica in un’intervista rilasciata a Teleroma 56 va elencando le percentuali di aumenti gravanti sul popolo della capitale. E ci consegna un’analisi statistica poco confortevole:

“Sono soprattutto le tasse e i beni di prima necessità ad aumentare durante il mese di marzo 2015. La fornitura d’acqua in testa, con un 32,9% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e un più 9% rispetto al mese precedente. Segue la raccolta delle acque di scarico (+20,8 rispetto a marzo 2014 e +8,8% rispetto a febbraio 2015) e i vegetali che registrano su base annua un più 8,5%. Più 2,6% anche per caffè e te, più 3% per le bevande alcoliche e più 1,4% per pesce e prodotti ittici. Questi alcuni dati sull’inflazione nella Capitale nel mese di marzo 2015 elaborati dalla UIL di Roma e del Lazio”.

Sarà anche un’indagine statistica riferita a Roma, ma credo che nel resto dell’Italia le medie di aumenti non diano un risultato molto diverso, come si dice : “Tutto il mondo è paese” e quando si parla di tasse l’equità è d’obbligo, o forse no? Porca vacca! (Scusatemi la parolaccia ma non ho ancora trovato la mia ironia.) Certo che no! Sarà equa la distribuzione oggettiva, ma non certo quella soggettiva. Sappiamo tutti che si paga in base a ciò che si dichiara, no? E allora come si deve fare per pagare meno? Basta non dichiarare nulla!, e chi sono i maestri in questo settore? Non ne parliamo che è meglio! Intanto sappiamo tutti che sono sempre gli onesti che pagano, chi ha la casetta, chi ha il reddito fisso, e anche chi l’ha perso, e ciò nonostante fa le acrobazie per continuare a pagare la rata del mutuo, la tassa comunale, il canone RAI, magari rinunciando alla visita medica o spostandola di un mese, lasciando la macchina ferma in garage perché l’assicurazione è scaduta e il serbatoio è vuoto e così via.

Certo i miei sono discorsi da persona ignorante che sa a malapena fare 2 + 2, ma che almeno è certa del risultato! A gente come me non è concesso di sbagliare i conti, Equitalia è in agguato punisce all’istante chiunque non sia puntuale e preciso.

Però mi farebbe comodo un tesoretto anche più piccolo, va comunque bene con qualche zero in meno. Quasi quasi mi metto in lista e faccio pure io la mia proposta per come investire i 1,6 miliardi. Sono davvero tanti, non riesco nemmeno a quantificarli. Io a malapena riesco a ragionare fino a 4 zeri, già i 5 son un’eccezione.

Mia suocera, che di economia domestica è maestra e riesce a vivere pagando bollette, spese condominiali, tasse, visite mediche e medicine con la sola pensione di mio suocero direbbe che un tesoretto di tali dimensioni è un insulto alla miseria. Già!, vantare con tanta leggerezza e spavalderia che, dopo avere spremuto i più poveri, si dispone di una cifra così ingente e non è immediata la decisione, ma si dovrà valutare con attenzione come utilizzarla, è davvero un insulto.