di Coralba Capuani
Il Nobel per la Letteratura assegnato a Bob Dylan, credo rappresenti un monito per chi si definisce scrittore o poeta: se quelli dell’Accademia hanno dovuto pescare tra i parolieri della musica pop, e ce ne sono di bravi, per carità, significa che non ci sono più autori capaci di trasmettere valori profondi o riflessioni originali. Significa, in breve, che ha perso la Letteratura, il mondo della parola scritta, quella che non ha bisogno della musica per esprimere la potenza che ha in sé, quella che non ha bisogno di contorno e che sta su da sola, in sintesi. E quindi abbiamo perso tutti:
1) gli scrittori: che hanno ricevuto un bello schiaffone in pieno viso
2) le case editrici: che, evidentemente, hanno perso la lucidità di giudizio e che non sono più in grado di “scovare” il talento.
3) la letteratura contemporanea: stata ridotta uno squallido Mc Donald’s dove ogni sapore viene appiattito in gusto che mescola sapori diversi facendone una brodaglia salata che sa di tutto e non sa di niente e che, peggio ancora, annulla le peculiarità della cucina locale tradizionale.
4) Ha perso la società e la cultura: che si ritrova una miriade di scrittori azzoppati ma nessun vero Autore con la “a” maiuscola, dove autore sta per letterato: persona che dedica la propria vita allo studio e alla diffusione della cultura
Insomma, senza voler crocifiggere o sminuire il talento di Dylan, vorrei che questo Nobel servisse a svegliare le coscienze addormentate di tanti “scrittori” che hanno svenduto il loro talento per una manciata di vendite in più, esattamente come le stesse case editrici che, nascondendosi dietro l’alibi del “non vende”, “non è un testo commerciale” hanno venduto l’anima al dio denaro abdicando il ruolo di scopritori di talenti.
Coraggio! Ci vuole coraggio: ecco, secondo me, quale deve essere il monito di questo premio Nobel. Bisogna che tutti ci si rimbocchi le maniche e si trovi il coraggio di osare, di dire/scrivere cose scomode, fastidiose, non commerciali, ma nuove e originali. Dove l’originalità non sta tanto nel messaggio in sé quanto nella visione personale di chi quel messaggio lancia al mondo. Questo, a mio avviso, quello che manca nella Letteratura moderna.