Basta con le dichiarazioni “petalose”: un po’ di buonsenso please!

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Svegliatemi!!! No, dico, adesso non è ora che qualcuno mi svegli? Eh sì, perché a me pare di essere piombata in una novella di Pirandello che, per chissà quale strana combinazione, sia stata mescolata ai romanzi di Kafka che, a loro volta, si sono fusi con il teatro dell’assurdo. Più vado avanti, infatti, più mi convinco che deve essere questa la spiegazione. Altrimenti come si spiegherebbe che da qualche tempo la gente ha iniziato a straparlare? Gente che stimavo e reputavo intelligente e che poff, tutto d’un tratto si è messa a sparare cavolate come niente fosse. L’ultima giusto oggi. La Carrà che sul sito de La Repubblica chiede ai lettori se per caso è venuta su male, lei che è cresciuta con due donne. Peccato che la Raffa nazionale non dica che si tratti della madre e della nonna, e che, quindi, le unioni civili non c’entrano un cacchio (si può scrivere “cacchio”?)

Mi ero ripromessa di stare zitta, giuro, anche perché su questo argomento ho espresso ampiamente la mia opinione, ma quando leggi dichiarazioni simili come fai a stare zitta? Tacere sarebbe da idioti. Perciò parlo, e chi non gradisce non legga questo lunghissimo pistolotto (come dice la socia Monica).

Nessuno si offenda se dichiaro di non apprezzare le unioni civili né, tantomeno, le leggi che tutelano queste unioni. Non ho nulla contro i gay, le lesbiche, i divorziati, i risposati e chi più ne ha più ne metta. Non condivido le loro idee ma non ho nulla contro di loro. Per quanto mi riguarda possono fare quello che vogliono: fidanzarsi, darsi alle orge, allo scambio di coppie, al buddismo, allo yoga, alla meditazione o quello che cavolo vogliono. Ciò che mi aspetterei però è che non abbiano la pretesa di “scimmiottare” il matrimonio. Uso un termine forte, lo so, ma in questi tempi di ipocrisia credo che esprimere le proprie opinioni in maniera netta  e diretta sia il modo migliore. Il matrimonio, per me che sono alla giurassica più che all’antica, è uno e indissolubile. Pensate che considero persino il matrimonio in Comune come “inferiore” rispetto a quello in chiesa. Ma questa è una mia personalissima opinione, per carità, meglio un matrimonio vero in Comune che un matrimonio in Chiesa fatto da una coppia che poi, nel corso della vita, non ci rimetterà più piede.

Tornando a noi, l’unione affettiva di due individui è giusta e sacrosanta e nessuno, che la condivida o meno, può denigrarla. Per dirla terra terra l’affetto è una cosa personalissima e nessuno può metterci becco. Altra cosa è il riconoscimento da parte dello Stato. È questo che trovo stupido. Perché con tanti problemi che ha il nostro paese, il Governo deve perdere tanto tempo per fare una legge ad hoc per una minoranza della popolazione? A che pro?

Se queste coppie di fatto possono vivere liberamente su che caspita di argomenti si dovrebbe legiferare? Per il riconoscimento di un amore doc e no made in China? Perché vogliono sposarsi? Perché ci sono dei figli di mezzo? Per la pensione? Per soldi?

Allora, io che sono piuttosto pragmatica la vedo così:

1 – l’amore non ha bisogno del riconoscimento dello Stato. Altra cosa se è la Chiesa nel caso di una coppia di credenti (ovviamente etero!)

2 – il matrimonio. Tasto dolente. Sarò cattiva, stronza o quello che volete voi, ma queste coppie, soprattutto se formate da persone dello stesso sesso non possono equiparare la loro unione al matrimonio tra un uomo e una donna. Semplicemente perché la loro unione è “altra cosa” rispetto all’unione di un uomo e di una donna, punto. Poi dentro “altra cosa” potete metterci quello che volete, aggettivi positivi o negativi, petalosi e non! (che orribile aggettivo ho usato oibò L)

3 – per i figli? Allora, rileggete le avvertenze del punto 2 relative alla stronzaggine dell’articolista ma se si tratta di adottare figli altrui o , peggio, di farseli fare su ordinazione, allora io dico no, non e no! i bambini non sono oggetti e non si fanno su commissione. Se i figli invece sono del partner beh, allora lasciate che vi dica due paroline cari genitori. Ma se voi sapevate della vostra sessualità, perché caspita ve ne andare in giro a fare figli! E non venite a raccontarmi la favola che vi siete accorti solo dopo di essere gay e lesbiche, che è come sentire il famoso tizio che dichiarava di avere una casa a sua insaputa. Perciò, per prima cosa vi tirerei le orecchie per essere stati così superficiali ed egoisti ad aver messo al mondo un bambino sapendo dei vostri gusti sessuali. Ma siccome mò il bambino ce l’avrete, non vi si può mica togliere. Non sono così stronza, anche se, a essere cattiva per davvero meritereste che vi venga tolto e affidato a un’altra famiglia fino al compimento del diciottesimo anno d’età. Poi solo da allora dovrebbe decidere se darvi una possibilità come genitore. Ma siccome cattiva sì, ma crudele no, penso che la cosa più giusta da fare sarebbe affidare il pargolo ai nonni paterni o materni che siano – sarà il giudice a stabilire in base all’età al reddito ecc. chi sia più consono – e voi, genitori immaturi, potreste sempre continuare a vederlo e a fare il padre o la madre. Poi, semmai, saranno cacchi vostri se il pargolo, una volta cresciuto, vi liquiderà con una bella pedata nel fondoschiena.

E questa era la prima parte. Sistemata la parte seria della questione passo alla Fase 2: la pubblicità.

Ho trovato davvero obbrobrioso il continuo martellamento mediatico a favore delle unioni civili. Capisco e comprendo i diretti interessanti che, nella fattispecie, sono stati molto più corretti e civili di certi etero vip che, con i loro sbandieramenti technicolor-sanremesi, hanno dimostrato tutta la pochezza della loro materia grigia, nella quale una sola nota risuona: viva l’ammmoreee!!! E vabbè, passi per chi è direttamente interessato e tira l’acqua al suo mulino, passi per chi è davvero convinto e, da filantropo, si batte per la causa. Basta che non sia solo quella però! Tipo la Mannoia per esempio. Nella sua bacheca trovi di tutto: post che ti spiegano in maniera razionale, e non con frasette adolescenziali del “vivalammmore”, perché è a favore delle unioni civili, ma anche post di denuncia per l’indifferenza che l’Unione Europea riserva agli immigrati, oppure denunce sul fenomeno del femminicidio ecc. ecc. Insomma, Fiorella è una che si è sempre occupata di problematiche sociali, si può non essere  d’accordo con lei, ma non si può certo accusarla di seguire l’opinione corrente o le mode del momento.

Altra cosa, invece, lasciatemelo dire, davvero vomitevole, è vedere personaggi tipo la Pausino o Ramazzotti che, lautamente pagati dal servizio pubblico, si mettono a esibire le loro opinioni quando in altri casi di cronaca (gente che si suicida per la mancanza di lavoro, le morti nella terra dei fuochi, le donne uccise o deturpate dall’acido, le ingiustizie verso i disabili che non possono neanche prendere un pullman perché non sono provvisti dell’apposito predellino, i trecento morti nel mare di fronte a Lampedusa e tante altre cose orribili) non hanno detto neanche una parola. Neanche su Twitter. Allora tu, cantante di amorazzi adolescenziali, pagata e strapagata con il canone di noi cittadini, come cavolo ti permetti di piazzarti sul palco dell’Ariston a fare la sbandieratrice della Quintana di Ascoli? Chi te l’ha chiesto? Ma che vuoi? Chi ti conosce? Pensa a cantare ’ste quattro canzoncine gne gne gne e non rompere gli zibedei allo spettatore. E, soprattutto, se proprio vuoi fare la sbandieratrice, fallo nel tuo concerto. E  infine vergognati! Per l’indifferenza e l’insensibilità che mostri nei confronti di altri problemi che, questi sì, ledono la dignità di alcuni cittadini che lo Stato non si degna neppure di pensare..

 

 

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